Il tirassegno dell’inter
Primo centro in serie A di Eriksen entrato nel finale, in gol anche Gagliardini Turnover e sei reti, il Brescia è travolto Conte: si guarda sempre al bicchiere vuoto
Inter 6 Brescia 0 Marcatori: Young 5’, Sanchez rig. 20’, D’ambrosio 45’ p.t.; Gagliardini 7’, Eriksen 38’, Candreva 43’ s.t.
INTER (3-4-1-2): Handanovic 6; D’ambrosio 7, De Vrij 6 (Ranocchia 6 1’ s.t.), Bastoni 6; Moses 7 (Candreva 7 23’ s.t.), Barella 6,5 (Agoumé 6 14’ s.t.), Gagliardini 7 (Eriksen 7 23’ s.t.), Young 7; Borja Valero 6,5; Lautaro 5 (Lukaku 6 23’ s.t.), Sanchez 7,5. All.: Conte 7 BRESCIA (4-4-2): Joronen 5; Sabelli 4,5 (Mangraviti 5,5 13’ s.t.), Papetti 5, Mateju 5, Semprini 4,5; Skrabb 5 (Bjarnason 6 1’ s.t.), Tonali 5, Dessena 5, Zmrhal 4 (Spalek5,5 14’ s.t.); Ayè 5, Donnarumma 5 (Torregrossa 6,5 1’ s.t.). All.: Lopez 4,5 Arbitro: Manganiello 6 Ammoniti: Mateju, De Vrij, Semprini, Agoumé Recuperi: 3’ più 0’
MILANO Non perdiamoci di vista. L’inter resta lontana dalla Juventus, intravede ancora la Lazio e mette spazio tra sé e la minacciosa Atalanta. Il set vinto contro il Brescia è un’amichevole estiva, non una partita di serie A. Un distacco abissale tra chi vive nei piani alti e chi soffoca nello scantinato del campionato.
Il 6-0 è un Superenalotto facile da centrare per i nerazzurri, un tirassegno capace di regalare gloria e gol a sei giocatori diversi. Si è ritrovato Sanchez, arma in più per il finale di campionato e per l’europa League, nonostante il Manchester United continui a fingere di rivolerlo. Il cileno aveva fatto un’ottima impressione nelle precedenti uscite. Stavolta ha messo il timbro su rigore e trascinato l’inter contro un Brescia che si è già arreso avviandosi a una mesta retrocessione.
L’orizzonte nerazzurro però non cambia, c’è poco da spremere dalla classifica e oggi pesano ancor di più i due punti lasciati per strada contro il Sassuolo. La partita non è esistita, aperta da una rete di Young, dove in mezzo si sono infilate quelle di Sanchez e D’ambrosio nel primo tempo, cui si sono aggiunti i gol di Gagliardini, parzialmente riscattatosi dall’errore clamoroso con il Sassuolo, Candreva e Eriksen, al primo centro in serie A. Un allenamento in sostanza, neanche troppo impegnativo. Tutto facile, troppo per essere reale.
Nella collana interista però c’è un diamante grezzo che si sta lentamente trasformando in zircone, Lautaro Martinez. L’argentino semplicemente non c’è, nella testa, nell’atteggiamento, nelle giocate. Ha staccato la spina, anzi non si è proprio ricollegato alla corrente dopo il lockdown. I gol si possono sbagliare, bisogna però volerli fare per davvero, non solo provarci. Il «Toro», quello vero, avrebbe capitalizzato le occasioni contro il Brescia, presentato da Lopez a San Siro in ciabatte infradito.
Antonio Conte però non riesce a sorridere. L’allenatore è un temporale e scarica fulmini. «Di indicazioni positive ce ne sarebbero tante, il problema è se si vuole guardare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Per l’inter si guarda spesso il bicchiere mezzo vuoto. Si vogliono creare problematiche. Non c’è problema, che vadano su di me gli attacchi, non sui calciatori o sul club».
L’allenatore tiene in tensione l’ambiente. Nella difesa del gruppo e della società c’è però spazio anche per più di un rimprovero. «Lo step da fare è sulla testa: spiace, perché a volte commettiamo disattenzioni gravi che ci hanno fatto perdere punti».
Il capitolo Sanchez è tra i più dolenti per Conte, riapre le ferite legate alla rosa corta. «Abbiamo fatto tutta la stagione con due attaccanti e con Esposito. Più spazio a Sanchez? Finora ha giocato tutte le partite, prima non ce l’avevo: mi viene da ridere quando sento queste cazzate». Il tecnico si tiene per non esplodere quando gli ricordano che il cileno è sicuro di restare solo fino alla partita con il Getafe. «Sono problemi che devono essere risolti dal club». Per fortuna l’inter ha vinto 6-0.