Vasco Rossi, l’enorme successo di un trasgressivo normale
Di Vasco non si butta via niente. Così Rai1 ha pensato bene di riproporre il mega concerto di Vasco Rossi al Modena Park, a tre anni di distanza da quel primo luglio 2017 ( mercoledì, 21.15). Questa è la « Tempesta perfetta » , come l’ha ribattezzata il Blasco.
Il progetto di Giorgio Verdelli, condiviso con l’artista, non è solo una replica, ma anche una rilettura ( nella sintassi semplice di Vasco) di quel concertone che, nella sua versione « cinematografica » realizzata da Pepsy Romanoff con 27 camere e una 35mm, è ora qualcosa di inedito per il piccolo schermo. A leggere le canzoni di quella sera sono stati invitati Elena Sofia Ricci, Luca Zingaretti, Francesco Montanari, Vinicio Marchioni. In realtà, sarebbe stato molto più interessante invitare Massimiliano Parente che ha scritto il più grande atto d’amore nei confronti della rockstar di Zocca ( troppo difficile per lo staff del cantante) e avrebbe potuto per l’occasione aggiungere le uniche osservazioni interessanti, trasformare cioè la musica in parola.
Il mistero di Vasco e il suo grande successo sono racchiusi paradossalmente nella sua normalità, lui che è l’emblema stesso della trasgressione. Quando parla è fatalmente « uno di noi » , quando canta è un poeta allo sbando, idolatrato dalla folla, sempre sospeso tra il maledettismo e il crepuscolare ( Elena Sofia Ricci legge una sua canzone e sembra di sentire gli echi di un adolescente che ha appena recitato Gozzano), tra l’autobiografia maudit e gli spot pubblicitari ( è stato notato che le sue formule azzeccate come « vado al massimo » , « voglio una vita come Steve McQueen » , « ci troveremo tutti al Roxy Bar » , « coca- cola sì, coca casa e chiesa » sono slogan perfetti, da provetto copy). Osservando il pubblico adorante ( non proprio giovanissimo) si capiva come la forza delle sue canzoni consista nel renderci tutti degli eterni adolescenti venati di filosofia ribelle.