Ma attaccarlo è assurdo Siamo figli della sua storia
La storia non è come la vorremmo. Perché la storia è un lungo cammino di sofferenza, ed è sempre qualcosa di più grande e di più complesso. Su questa grandezza e su questa complessità conviene riflettere bene, soprattutto quando si è di fronte ad eventi di «purificazione» del passato come quelli che in questi giorni riguardano gli eventi distruttivi per i monumenti dedicati a Cristoforo Colombo. «La storia — ha scritto Marc Bloch — è il cammino dell’uomo nel mondo» e, aggiungendo le parole di Michelet: «Colui che vorrà limitarsi al presente non comprenderà l’attuale». Occorre, dunque, ripensare alla celebre data del 12 ottobre 1492, fondamentale nel cammino dell’uomo. Sbarcato in terra americana, il genovese Cristoforo Colombo inaugura una storia nuova, consentendo che dopo di lui migrassero dall’Europa dolore, sofferenza ma anche qualcosa di più profondo: l’idea di libertà. Su quest’idea, sull’intreccio tra libertà d’azione e libertà di pensiero, è cresciuta la società dell’intero Continente americano, nato dalle conquiste europee e dalle rivoluzioni che ne sono seguite. Da quelle rivoluzioni, infatti, sono sorti gli Stati del Nord e del Sudamerica, non a caso tutti punteggiati da centinaia di nomi di città e monumenti che evocano il nome di Colombo. Tutte le città americane, anche quelle che portano il suo nome, sono proiezioni della cultura europea, e i monumenti a lui dedicati rinviano a uomini che, all’ombra del suo nome, hanno combattuto per la libertà dei loro Paesi. Le porte del Campidoglio di Washington decorate con i momenti della «scoperta» colombiana, la Colombia e il nome di Simon Bolívar sono solo alcuni dei molti esempi testimoni del ruolo che la memoria riveste nella formazione di un’identità nazionale e degli individui che ne fanno parte. Nulla di nuovo sotto il sole, ma chi oggi ne abbatte il monumento non conosce e non ama la storia e, soprattutto, ignora completamente di esserne figlio. La conseguenza più grave è che, ignorando le cause, non s’intendono più i caratteri di un presente avviato, così, a costruire nuove ignoranze. *storica