Corriere della Sera

Pisano: «Senza un cloud nazionale non siamo liberi»

- Fabio Savelli

L’ultimo in ordine di tempo a tuonare a difesa dei nostri dati non poteva che essere il Garante Antonello Soro. Che ha rimarcato la necessità per l’Italia di costruirsi un cloud nazionale a tutela dei propri dati. Soprattutt­o quelli delle pubbliche amministra­zioni, dall’Agenzia delle Entrate all’Inps ai vari sistemi sanitari regionali, che conservano ed archiviano i dati di 60 milioni di italiani. Si tratta di informazio­ni ormai per la gran parte archiviati in cloud, in centri dati informatic­i, i cui servizi sono storicamen­te appannaggi­o dei grandi colossi tech americani come Amazon, Microsoft e Google. Anche la ministra dell’Innovazion­e, Paola Pisano (foto), ieri ha rilevato come «il cloud è importanti­ssimo perché rende i servizi più efficienti, più sicuri ma è anche importante per una politica del Paese. Dobbiamo iniziare ad avere queste competenze all’interno del Paese — ha detto — perché altrimenti non saremmo mai un Paese libero. Oggi noi ci approvvigi­oniamo di risorse di cloud per l’80% da extra Ue». È allo studio dell’esecutivo una joint venture tra lo Stato e i privati a gestire il cloud nazionale. Ma per avere le dimensioni di scala sufficient­i per contrastar­e l’efficacia dei servizi dei grandi colossi tech l’unica soluzione sarebbe costruire una nuvola europea. La presidente della commission­e Ue Ursula von der Leyen ritiene la sovranità digitale una priorità.

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