Pisano: «Senza un cloud nazionale non siamo liberi»
L’ultimo in ordine di tempo a tuonare a difesa dei nostri dati non poteva che essere il Garante Antonello Soro. Che ha rimarcato la necessità per l’Italia di costruirsi un cloud nazionale a tutela dei propri dati. Soprattutto quelli delle pubbliche amministrazioni, dall’Agenzia delle Entrate all’Inps ai vari sistemi sanitari regionali, che conservano ed archiviano i dati di 60 milioni di italiani. Si tratta di informazioni ormai per la gran parte archiviati in cloud, in centri dati informatici, i cui servizi sono storicamente appannaggio dei grandi colossi tech americani come Amazon, Microsoft e Google. Anche la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano (foto), ieri ha rilevato come «il cloud è importantissimo perché rende i servizi più efficienti, più sicuri ma è anche importante per una politica del Paese. Dobbiamo iniziare ad avere queste competenze all’interno del Paese — ha detto — perché altrimenti non saremmo mai un Paese libero. Oggi noi ci approvvigioniamo di risorse di cloud per l’80% da extra Ue». È allo studio dell’esecutivo una joint venture tra lo Stato e i privati a gestire il cloud nazionale. Ma per avere le dimensioni di scala sufficienti per contrastare l’efficacia dei servizi dei grandi colossi tech l’unica soluzione sarebbe costruire una nuvola europea. La presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen ritiene la sovranità digitale una priorità.