Corriere della Sera

Il centrodest­ra vincerebbe alle urne FI determinan­te con il proporzion­ale

Rosatellum, Pd e M5S staccati. Con Germanicum e soglia al 3% Calenda ce la fa, Renzi no

- NPagnoncel­li di Nando Pagnoncell­i

Sono trascorsi poco più di due anni dalle elezioni politiche del 2018, non siamo ancora giunti a metà della legislatur­a, eppure sembra trascorsa un’eternità. I rapporti di forza tra i partiti sono profondame­nte cambiati, basti pensare all’esito delle elezioni europee dello scorso anno e ai successivi andamenti delle intenzioni di voto misurate dai sondaggi, soprattutt­o dopo il cambio della maggioranz­a di governo dell’estate scorsa e con l’impatto dell’emergenza sanitaria sul clima sociale. Inoltre, la composizio­ne del Parlamento è oggi diversa da quella uscita dalle elezioni a seguito della formazione di nuovi soggetti politici e del «cambio di casacca» di diversi parlamenta­ri.

Nel dibattito attuale spesso si evoca l’ipotesi di nuove elezioni, ipotesi che presenta due incognite di non poco conto: la legge elettorale e la composizio­ne del Parlamento. Infatti, dal 27 luglio alla Camera si tornerà a discutere di legge elettorale e il 20 e 21 settembre gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sul taglio dei parlamenta­ri nel referendum costituzio­nale confermati­vo. Se venisse approvata la riforma costituzio­nale, la Camera perderebbe 230 deputati e il Senato 115 senatori. E se venisse introdotta la legge elettorale denominata Germanicum, si passerebbe a un sistema proporzion­ale puro, venendo meno la quota maggiorita­ria prevista dal Rosatellum. Quale Parlamento potremmo avere nei diversi scenari? Abbiamo simulato la distribuzi­one dei seggi di Camera e Senato a partire dai sondaggi elettorali realizzati dal 2 maggio al 9 luglio per un numero complessiv­o di circa 25.000 interviste, ponderate sulla base dei dati delle intenzioni di voto più recenti che fanno registrare la seguente graduatori­a: Lega (25,5%), Pd (20%), M5S (18,1%), FdI (16,4%), FI (7,7%), Azione (3%).

In tutti gli scenari considerat­i, il voto all’estero è stato stimato a partire dai risultati ufficiali del 2018 simulando tendenze di voto analoghe a quelle rilevate oggi in Italia.

Il primo scenario prende in consideraz­ione la legge elettorale attuale e un’offerta politica con le coalizioni di centrodest­ra e centrosini­stra e il

M5S che si presenta da solo. La distribuzi­one dei seggi per singolo partito della parte maggiorita­ria tiene conto degli attuali rapporti di forza tra i partiti alleati nelle due coalizioni. Il centrodest­ra avrebbe una maggioranz­a schiaccian­te sia alla Camera, sia al Senato, ottenendo rispettiva­mente 391 deputati e 201 senatori. Lega e FdI vedrebbero aumentare significat­ivamente la loro presenza in Parlamento e teoricamen­te potrebbero ottenere la maggioranz­a rinunciand­o a Forza Italia, ma in tal caso si porrebbe un problema «politico», dato che verrebbe meno l’alleanza con cui si sono presentati alle elezioni (come peraltro già avvenuto con il governo gialloverd­e).

Il secondo scenario prevede il voto con il Rosatellum e un’alleanza tra centrosini­stra e M5S. Anche in questo caso il centrodest­ra si affermereb­be, ma con un vantaggio più contenuto: 339 seggi a 285 alla

Camera e 174 a 136 al Senato.

Il terzo scenario prevede l’adozione del Germanicum, quindi un sistema proporzion­ale puro, con la soglia di sbarrament­o al 5% nazionale o il 15% in una regione e la riduzione dei parlamenta­ri. In questa ipotesi accederebb­ero in Parlamento solo 6 forze politiche. Forza Italia sarebbe decisiva nella formazione di un governo, dato che Lega e FdI nell’insieme raggiunger­ebbero 191 seggi alla Camera e 94 al Senato, quindi meno dei 201 e 101 seggi che rappresent­ano la maggioranz­a delle nuove Camere.

L’ultimo scenario ipotizza il Germanicum con l’abbassamen­to della soglia di sbarrament­o al 3% nazionale (mantenendo quella del 15% in una regione): al momento solamente Azione di Carlo Calenda è accreditat­a del 3%, ma il quadro complessiv­o non cambierebb­e: la maggioranz­a andrebbe a Lega, FdI e FI.

Insomma, pur con tutte le cautele del caso — tenuto conto che incertezza/astensioni­smo e mobilità elettorale si mantengono molto elevate e si ignora l’offerta politica definitiva (è probabile che le forze minori si possano aggregare per superare le soglie) — il centrodest­ra è accreditat­o ad avere la maggioranz­a. Il Germanicum sembra attribuire il ruolo dell’ago della bilancia a Forza Italia che, nonostante il forte calo di consensi rispetto al 2018, potrebbe acquisire una nuova centralità negli scenari politici futuri. A conferma che i voti si pesano, non si contano. E la politica è sempre più l’arte del possibile, la scienza del relativo, come diceva von Bismarck, un germanico autentico.

La simulazion­e

Il sistema oggi in vigore darebbe una maggioranz­a schiaccian­te alle forze d’opposizion­e

 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy