Il pugno di ferro del generale Padrino
«L’opposizione non potrà mai esercitare il potere politico». Una minaccia? Un avvertimento? Una profezia? Un po’ di tutto questo. Ma le parole del ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino López, pronunciate durante una cerimonia per l’anniversario dell’indipendenza, non sono rimaste del tutto inosservate, per fortuna, anche in un mondo distratto dall’emergenza della pandemia. Il generale, già colonnello fedele a Chávez durante il colpo di Stato del 2002, ha detto probabilmente quello che il numero uno del regime, Nicolás Maduro, ha sempre pensato. Il governo non se ne vuole andare, nonostante che molti Paesi del mondo — in una situazione divenuta sempre più confusa — riconoscano come presidente l’uomo che fu eletto presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidó. Nessun cambiamento, ha intimato Padrino, finché esisteranno forze armate «come quelle che abbiamo oggi: antimperialiste, rivoluzionarie, bolivariane».
Laureato all’Accademia militare nel 1984, cinquantasette anni, Padrino è uno dei dirigenti accusati di narcotraffico dall’amministrazione Trump e per la cui cattura il dipartimento di Stato — con una mossa un po’ propagandista — ha offerto una taglia di dieci milioni di dollari. Le accuse nei suoi confronti, come ha scritto The Economist, riguardano «il trasporto di cocaina su aerei registrati come statunitensi dal Venezuela all’America centrale e poi destinati agli Usa». Se la cricca di Maduro perdesse il potere, la minaccia di un’estradizione appare reale.
Intanto, mentre l’opposizione è divisa e le prospettive di un dialogo per una sorta di «transizione democratica» sono molto scarse, le condizioni di vita in Venezuela toccano livelli africani, più che sudamericani. Secondo una ricerca coordinata dall’Universidad Católica Andrés Bello, il 96% della popolazione è povera e quasi l’80% vive in una stato di povertà estrema, cioè «non dispone del denaro sufficiente — scrive El País — per comprare gli alimenti essenziali». La situazione sanitaria, da anni allarmante, è resa ancora peggiore dal Covid. Al di là dei proclami ideologici, il mondo non dovrebbe perdonare a uomini come Padrino la responsabilità di questa tragedia umanitaria che troppi hanno sempre
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