Corriere della Sera

Di Maio: non mi affascina il rimpasto

Il dibattito sul dopo voto. I leader della maggioranz­a escludono un intervento sulla squadra di governo

- Marco Galluzzo

A Palazzo Chigi non vogliono nemmeno sentirne parlare. Sembra che il capo del governo Giuseppe Conte non abbia in agenda alcun tipo di annuncio, presenza o appuntamen­to di qualsiasi tipo in tema di elezioni regionali. Resterà a guardare, se ne terrà fuori. Altro che rimpasto o sostituzio­ne di ministri, ufficialme­nte Conte non ha nessuna voglia di prendere in consideraz­ione, al momento, l’argomento.

Stessa posizione nel Pd, lo dice a chiare lettere anche il segretario del partito Nicola Zingaretti. Sull’eventuale rimpasto di governo la mette in questo modo: «Non so perché all’improvviso, a cinque giorni dal voto, si scateni la discussion­e sul dopo voto. La mia unica ossessione è vincere le elezioni per salvare l’Italia e dare ai cittadini di queste regioni dei buoni governi. Non avrei neanche il tempo fisico per mettermi a fare accordi perché per fortuna noi le campagne elettorali le facciamo per le strade», smentendo di averne parlato con il presidente del Consiglio.

Insomma l’argomento sarà motivo di riflession­e nella maggioranz­a, eventualme­nte, solo dopo il voto di domenica e lunedì nelle 7 Regioni chiamate alle urne: «Sono orgoglioso di poter dire che dalla Val d’Aosta fino alla Sicilia nei Comuni dove votano c’è un solo partito che ovunque presenta le liste con alleanze larghe e ovunque è l’unica garanzia di alternativ­a alle destre», ha concluso Zingaretti.

Sulla stessa linea anche il Movimento 5 stelle: «Non mi affascina questa parola, come non affascina i cittadini — ha risposto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ai microfoni di Radio 24 —. I cittadini non vogliono un rimpasto — ha aggiunto — vogliono il lavoro, meno tasse e vogliono imprese sostenute dallo Stato per riuscire a competere a livello internazio­nale».

La pensano in modo diverso nell’opposizion­e, a cominciare da Giorgia Meloni: «Se questi signori avessero un minimo di interesse per quello che pensano i cittadini probabilme­nte ora non sarebbero già più lì. Proveranno a fregarsene anche in caso di vittoria

Taglio dei parlamenta­ri, l’annuncio di Veltroni: voto No, su questo non decidono i segretari

del centrodest­ra. La Costituzio­ne dice che la sovranità appartiene al popolo e prevede lo scioglimen­to anticipato delle Camere come strumento quando si ravvisa che c’è una distanza siderale tra il popolo e il Palazzo».

Intanto sul referendum per il taglio dei parlamenta­ri l’annuncio di Walter Veltroni: «Voto No come Prodi, Parisi, Cacciari... Su questo tema specifico ci sono punti di vista diversi, sennò deciderebb­ero solo i segretari di partito», dice ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy