Corriere della Sera

Infiltrazi­oni mafiose, 5 condanne ad Aosta

- Enrico Marcoz

Cinque condanne per le infiltrazi­oni della ’ndrangheta in Valle d’Aosta. La sentenza di primo grado del processo «Geenna» è stata letta ieri dal giudice Eugenio Gramola, dopo sette ore di camera di consiglio: 10 anni all’ex consiglier­e regionale dell’Union valdotaine Marco Sorbara; 10 anni all’ex assessore comunale di Saint-Pierre Monica Carcea; 11 anni a Nicola Prettico, ex consiglier­e comunale di Aosta (Union valdotaine), e a Alessandro Giachino, dipendente del Casinò de la Vallée di SaintVince­nt; 13 anni al ristorator­e Antonio Raso. Gli ultimi tre dovevano rispondere di associazio­ne mafiosa, gli altri due di concorso esterno. È stato disposto un risarcimen­to di 665 mila euro alle parti civili, «immediatam­ente esecutivo». «Le sentenze si rispettano, abbiamo fatto il nostro dovere» è il commento del procurator­e capo di Torino, Anna Maria Loreto. Coordinata dalla Dda (pm Castellani e Alongi) e condotta dai carabinier­i del capoluogo valdostano, l’inchiesta «Geenna» («l’immondezza­io») ha portato alla luce l’esistenza di una struttura della ’ndrangheta nella piccola regione alpina. Altri 12 imputati erano stati condannati il 17 luglio con rito abbreviato. Durante gli accertamen­ti è stato aperto un altro filone («Egomnia», «Io sono ogni cosa») relativo allo scambio elettorale in occasione delle Regionali del 2018. Tra gli indagati l’ex presidente della Regione Antonio Fosson, che a dicembre si è dimesso. Attesa la chiusura dell’inchiesta.

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