«La febbre si misura a scuola»
Impennata di contagi in Gran Bretagna: nuova chiusura per dieci milioni
Il Tar dà ragione al Piemonte sulla misurazione della febbre a scuola. La ministra Azzolina aveva impugnato l’ordinanza. Sempre i giudici hanno anche respinto la richiesta della Sardegna sui test per entrare nell’isola. Giro di vite in Gran Bretagna: nuovo lockdown per dieci milioni di cittadini, dopo un’impennata nel numero dei contagi. Che, in Italia, ieri sono stati 1.585.
Vince la linea del Piemonte, le famiglie sono tenute a certificare di aver misurato la febbre ai figli; in caso contrario, l’obbligo passa alla scuola.
Il Tar ha respinto la richiesta della ministra Azzolina di sospendere l’ordinanza regionale. Ha invece sostenuto la richiesta del governo il tribunale amministrativo regionale della Sardegna, sospendendo il provvedimento del presidente Christian Solinas che imponeva test Covid obbligatori per chiunque arrivasse sull’isola.
In Piemonte dopo la levata di scudi di ufficio scolastico regionale, presidi e sindacati, la ministra ha mantenuto la promessa e ha impugnato la disposizione voluta dal governatore Alberto Cirio, ordinanza definita «intempestiva e inopportuna». Il Tar, però, ha accolto la richiesta di leggere le memorie difensive prima di arrivare in udienza, e ieri ha comunicato la sua scelta: respinta la sospensiva d’urgenza, l’ordinanza rimane in vigore. Mentre il decreto nazionale dà la responsabilità alle famiglie di misurare la temperatura dei ragazzi prima di mandarli a scuola, in Piemonte è richiesta un garanzia in più: i genitori sono tenuti a dimostrare di aver fatto il proprio dovere firmando un’autocertificazione, un modulo prestampato o scrivendolo sul diario. Nel caso in cui la temperatura dello studente non risulti da nessuna parte, allora è la scuola ad essere obbligata a controllare che non abbia la febbre prima dell’inizio delle lezioni. Nel rigettare la sospensiva, il Tar ha fatto proprie le motivazioni scritte in una lunga memoria di 40 pagine dal legale incaricato dalla Regione, l’avvocato Vittorio Barosio. Come si legge nel decreto, il provvedimento di Cirio non si pone in contrasto con la normativa nazionale, in quanto lascia la responsabilità alle famiglie, ma lo integra aggiungendo una garanzia in più; non c’è il rischio di assembramenti davanti alla scuola, perché i dirigenti possono occuparsi del controllo dell’autocertificazione nei modi e negli spazi che ritengono, dal cortile alla palestra; e un provvedimento straordinario è ancor più motivato dall’aumento di casi di Covid19 in Piemonte nell’ultimo mese. Il Tribunale conclude sottolineando come l’ordinanza regionale non provochi alcun «danno per lo Stato», come lamentato nel ricorso, ma che anzi la sospensiva ri
durrebbe il livello di tutela dal contagio.
«Sono soddisfatto, ha vinto il buon senso — dice il presidente Cirio — per me non è mai stata una battaglia politica. La ministra Azzolina? Non mi ha chiamato. Io prorogherò l’ordinanza, che scade il 7 ottobre, finché ci sarà l’emergenza sanitaria, per tutelare la salute dei bambini e dei loro nonni. Magari anche altre Regioni adotteranno le stesse regole». Certo è che i casi di Covid negli istituti non mancano. Dopo la ripresa delle lezioni il 14 settembre, la prossima settimana le scuole riapriranno il 22 in Sardegna e il 24 in Calabria, Puglia, Abruzzo, Basilicata e in Campania. Anche se la difficoltà di reperire spazi e personale ha convinto molti Comuni a posticipare l’avvio dell’anno scolastico: solo nel Lazio un terzo degli istituti non ha riaperto; ad Andria, Trani, Adelfia e Bitonto
i sindaci hanno deciso di rinviare al 28; a Torre del Greco (Na) la riapertura è stata posticipata al 1° ottobre. E solo ieri 24 compagni e compagne, 4 amici e 6 insegnanti del Liceo Classico «Pellegrino Rossi» di Massa sono stati messi in quarantena a seguito della positività di uno studente dell’istituto, ma casi si sono registrati anche a Rapallo, Trieste, Novara, in provincia di Lodi, Novi Ligure e anche a Codogno e in tutta Italia.
Niente barriera all’entrata, invece, per la Sardegna. Il Tar dell’isola ha accolto la domanda cautelare di sospensiva proposta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per alcuni punti dell’ordinanza del governatore Solinas. A essere stoppato, almeno fino all’udienza del 7 ottobre, è l’obbligo di tampone per chi vuole entrare nella regione.