Corriere della Sera

Speciale campionato Attacco alla Juve nella stagione dei bomber

- di Graziano, Sconcerti

Prima griglia, 2 squadre: Juventus e Inter sono le migliori, anche se stanno vivendo un mercato complesso. Una cosa è l’Inter con Vidal e Kantè, altra una con Nainggolan e Brozovic. Siamo sempre a livelli alti ma diminuisce la differenza. L’Inter sorprende adesso perché dà l’idea di un’armata in cammino, piena di giocatori che spaventano il nemico già dalla polvere che alzano. Ha quattro numeri 10, Eriksen, Sensi, Nainggolan e forse Vidal. Due o tre registi, soluzioni infinite per tutto il campo tranne che per il centravant­i. Manca una buona riserva per Lukaku. Deve vendere molto per completars­i. Così è inverosimi­le. Resta però più compiuta della Juve perché viene da una stagione di costruzion­e rispettata. Ora aggiunge, non cambia nel profondo come la Juve. E per la prima volta dopo dieci anni parte per vincere. Dzeko è un acquisto importante. Non segna molto, ma aiuta come nessun centravant­i la squadra e decide molte partite con i colpi di testa, cioè lo schema più casuale. Sia Juve che Inter saranno trascinate dalla forza elettrica di due fuoriclass­e ragazzi, Kulusevski e Hakimi. La Juve sembra in generale più storta: è vecchia in difesa e in attacco, giovane in mezzo al campo. Questo può portare a uno squilibrio nei passi, nel rapporto fra linee di gioco. L’Inter ha meno solisti della Juve, ma è già pronta per vincere. Seconda griglia, 3 squadre: Milan, Atalanta,

Lazio. Il Milan era una buona squadra anche quando perdeva, ora ha imparato a vincere ma dipende troppo da Ibrahimovi­c. Non solo nei gol, ma nella personalit­à. Non sappiamo se senza Ibrahimovi­c la squadra in quel senso sia cresciuta. I segnali sono buoni, ma stavolta è molto attesa, avrà pressioni. Milenkovic (se arriverà) assomiglia a Vierchowod e segna molto sui calci d’angolo. Completere­bbe alla grande la difesa. L’Atalanta è la solita, più Miranchuk che è un numero 10 vero. Ho solo un dubbio sull’Atalanta: corre da tre anni, sorprende gli altri e se stessa, ma non trattiene tra le mani niente. Se non vinci quando devi, il rischio è non farlo più. Terza griglia, 2 squadre: Napoli e Roma, chiudono il gruppo delle sette migliori. Naturalmen­te la corsa può sconvolger­e le griglie così come può farlo la fase finale del mercato. Osimhen è un contropied­ista eccezional­e, se ha spazio è quasi infermabil­e, ha più difficoltà in area. Alla fine servirà ancora Mertens. Non vedo un Napoli pronto a un grande salto. Ma è anche vero che tranne Juve e Inter, la differenza tra le altre è minima. La Roma sta cominciand­o adesso, ha preso Kumbulla e Milik, giocatori forti, ma forti erano anche Kolarov, Dzeko, Under che se ne sono andati e soprattutt­o Zaniolo che è fermo. Quarta griglia: 6 squadre: Fiorentina, Bologna, Torino, Sassuolo, ma anche Sampdoria e Genoa, in ordine sparso. Almeno una di queste può prendere il posto di una delle grandi che cade e andare in Europa. Sarà interessan­te vedere i progressi di De Zerbi a Sassuolo e il rientro di Giampaolo a Torino. Sono due tra i pochi maestri rimasti. Quinta griglia, 7 squadre: tutte le altre. Il Benevento farà un campionato diverso da quello della prima volta. Era una squadra di A già l’anno scorso. Se tiene De Paul e Lasagna l’Udinese ha qualcosa in più degli altri. Sono squadre piene di giovani di qualità, tenete d’occhio quelli del Crotone. Benvenuto allo Spezia, vecchia gloria con un quasi scudetto sulle maglie. E a Italiano, il suo allenatore, che si dice sia il nuovo giovane maestro.

Oshimen re dei contropied­isti, ma il Napoli non sembra pronto al gran salto

Da seguire con attenzione De Zerbi e Giampaolo, due tra i pochi maestri rimasti

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