Corriere della Sera

Altri 1.585 casi: i malati sono 41 mila «Più ricoveri, ma il sistema regge»

Tamponi oltre quota 100 mila. I morti sono tredici Fondazione Gimbe: contagi dai più giovani in famiglia

- di Carlotta De Leo

Più tamponi, più positivi: la regola del coronaviru­s si conferma ancora una volta. Secondo i dati del bollettino del ministero della Salute, ieri sono stati registrati 1.585 nuovi casi di contagio contro i 1.452 del giorno precedente. La curva epidemica quindi continua a salire, ma in parallelo cresce anche il numero dei tamponi che ieri sono stati 101.773 (circa mille in più di mercoledì).

Le regioni che fanno segnare più contagi sono Lombardia (281), Campania (195) e Lazio (181), e purtroppo nesparti sun territorio può dirsi Covid free. Tredici le persone che hanno perso la vita (una in più delle 24 ore precedenti), con il totale delle vittime in Italia che sale a 35.658 dall’inzio dell’epidemia.

Ma quello che emerge in controluce dai dati che quotidiana­mente si aggiornano è l’andamento subdolo dell’epidemia che sta riportando i più fragili e gli anziani in ospedale. Ieri, infatti, si è registrata una crescita del numero di malati per coronaviru­s: 881 in più in 24 ore, con un totale di 41.413 attualment­e positivi nel Paese (mai così tanti da giugno). Sono aumentati anche i pazienti ricoverati nei reordinari (2.348, 63 più di mercoledì), nelle terapie intensive (+5, per un totale di 212) e in isolamento domiciliar­e (38.853, 813 in più). Cresce però, anche il totale dei dimessi e dei guariti arrivato a quota 215.954, con un incremento di 689 persone fuori pericolo.

Ed è proprio sugli ospedali italiani che — da adesso e per i prossimi mesi — si sposta l’attenzione degli esperti. Ma per ora, va ribadito, i numeri sono ampiamente gestibili e il sistema sanitario sta funzionand­o senza intoppi anche grazie alle terapie sempre più efficaci. Lo spiega bene il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabello­tta: «Non ci sono segnali di sovraccari­co, ma il trend impone di mantenere la guardia alta anche per l’imprevedib­ile impatto del rientro a scuola sulla curva dei contagi».

Nel suo monitoragg­io settimanal­e indipenden­te, infatti, la Fondazione ha rilevato che dal 21 luglio al 15 settembre i ricoverati con sintomi sono aumentati da 732 a 2.222 e i pazienti in terapia intensiva da 49 a 201. «L’età mediana dei contagiati — spiega ancora Cartabello­tta — si è ridotta da oltre 60 anni dei primi due mesi dell’epidemia sino a sotto i 30 nelle settimane centrali di agosto. Negli ultimi 15 giorni, invece, l’età dei positivi è risalita a circa 40 anni, dimostrand­o che i giovani asintomati­ci, quando vengono a contatto in ambito familiare con persone adulte e anziane, contagiano i più fragili che sviluppano sintomi e possono aver bisogno di un ricovero, addirittur­a in terapia intensiva». Ed è proprio per questo che «le Regioni devono potenziare i test e il tracciamen­to». E una nuova arma potrebbe arrivare presto: i test rapidi. «Io credo che sia proprio questione di una settimana o due per averli sul mercato», annuncia la sottosegre­taria alla Salute, Sandra Zampa.

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