Dall’ex Br a Pietro Maso, quelli che ci provano
Nel 2019 sono state 709 le persone denunciate dalla Finanza. Tra loro alcuni boss di mafia
«Il reddito di cittadinanza me l’hanno tolto a gennaio, per fortuna a maggio e giugno ho preso il reddito d’emergenza, ma davvero poca roba, 200 euro al mese e adesso me la passo davvero male, non pago l’affitto da un anno e ho lo sfratto esecutivo...», dice Raimondo Etro, 63 anni, brigatista rosso condannato in via definitiva nel ’99 a 20 anni e 6 mesi di carcere per concorso nella strage di via Fani e nell’omicidio del giudice Palma.
Per indebita percezione del reddito di cittadinanza, introdotto l’anno scorso, la Guardia di Finanza nel 2019 ha denunciato in Italia 709 persone. «Hanno denunciato anche me — dice Etro — per difformità nell’attestazione Isee. Sono indagato per frode per colpa di mio figlio che non ha presentato in tempo la documentazione. Così adesso dovrò stringere i denti per altri 4 anni fino alla pensione sociale. Tra i brigatisti percettori, ora, è rimasta solo Federica Saraceni (condannata, in via definitiva, a 21 anni e 6 mesi nel processo per l’omicidio di Massimo D’Antona, ndr), non credo che a lei l’abbiano tolto, ma non voglio aggiungere altro perché suo padre Luigi mi ha già querelato una volta per diffamazione dopo un mio intervento al programma tv Non è l’Arena di Massimo Giletti su La7».
Brigatisti a parte, le cronache arrivano fino ai giorni nostri. Non ci sono solo i deputati col bonus Covid. La Guardia di Finanza di Foggia, ad esempio, martedì scorso ha scoperto 30 soggetti legati alla Sacra Corona Unita che percepivano il reddito, per un totale di 200 mila euro già incassati. Tre di loro, addirittura, inoltrarono la domanda direttamente dal carcere. Altri 12, una volta arrestati, si son ben guardati dal comunicare all’amministrazione l’intervenuto impedimento. Boss per le Procure, indigenti per l’Inps: a maggio scorso, il gip di Padova, Massimo Vicinanza, ha sospeso il reddito a Bruna Hodorovic, 44 anni, ritenuta a capo di una banda di Sinti specializzata in furti. La signora percepiva 900 euro al mese, mentre nel frattempo andava a rubare assieme ai parenti. A giugno, 37 soggetti quasi tutti in odor di ’ndrangheta sono stati scovati dai carabinieri di Gioia Tauro fra i percettori senza diritto.
Ma nella rete dei controlli incrociati è finita pure la cantante neomelodica di Catania, Agatina Arena, 27 anni, che ha percepito 709,99 euro al mese finché la polizia non ha scoperto il minimarket abusivo che lei gestiva con due familiari. Con i soldi del reddito, se non l’avessero pizzicata, avrebbe voluto incidere il primo album della sua vita. A luglio scorso, infine, il settimanale Oggi ha rivelato che anche Pietro Maso, condannato a 30 anni di carcere per aver ucciso i suoi genitori il 17 aprile del 1991 a Montecchia di Crosara, nel veronese, ha percepito il sussidio statale almeno fino alla fine del 2019, malgrado l’interdizione perpetua dai pubblici uffici che esclude per legge l’erogazione.