Panatta e le nozze a 70 anni «Io ci credo ancora»
Sposa la compagna Anna «Ci saranno anche i miei 3 figli Il viaggio? ’Ndo vado col Covid Dopo la cerimonia tutti a casa»
Piazza dei Signori, il salotto buono di Treviso, è in fermento. «E che succederà mai...?» ride l’impunito. Succede che un segugio della cronaca locale ha fatto un giro in Comune, ha visto le pubblicazioni, ha scatenato il tam tam: a 70 anni compiuti il 9 luglio, sempre ironico sotto il ciuffo ma mai come in questa occasione serio e compreso, l’indimenticato eroe del tennis italiano Adriano Panatta si sposa con la compagna Anna Bonamigo. Il 10 ottobre, a Venezia, nella Sala degli Stucchi di Ca’ Farsetti, sestiere di San Marco, affacciato sul Canal Grande. Carlo Nordio, magistrato trevigiano titolare dell’inchiesta sul Mose e sulle cooperative rosse nella stagione di Mani Pulite, grande amico della coppia, officerà il rito civile. Pochi e distanziati, come impongono le norme anti-Covid, gli invitati: il sindaco e il vicesindaco del comune di Treviso, Mario Conte e Andrea De Checchi, Luigi Brugnaro, primo cittadino di Venezia, le amiche storiche di Anna, che fa l’avvocato a Treviso ed è molto nota in città, Philippe Donnet, Ceo del Gruppo Generali e testimone dello sposo, di cui è partner nella ristrutturazione dell’ex Sporting Club Zambon di via Medaglie d’Oro, acquistato all’asta per
Appuntamento il 10 ottobre a Venezia: celebra l’amico magistrato Nordio
«Sono quasi sette anni che siamo assieme, stiamo bene, è un percorso naturale»
550 mila euro. Presenti, con grande gioia dello sposo, anche i tre figli, avuti dalla prima moglie Rosaria Luconi («Con lei non ci sentiamo più»): Rubina, Niccolò e Alessandro. «Sono felici per me e io felice che ci siano».
Un secondo matrimonio per entrambi. Un atto di fiducia nell’istituzione o un gesto di allegria, Adriano? «Ma quale allegria! Non ci si sposa per scherzo. Io ci credo. Eccome se ci credo. Il matrimonio è una cosa seria ed era un desiderio di entrambi, mio e di Anna. Ci si sposa con grande serenità, dopo quasi sette anni che stiamo insieme. Io per amore mi sono trasferito da Roma a Treviso, che mi ha accolto benissimo. Sposarsi è un percorso naturale». La scintilla a Capri, uniti da amici comuni. Adriano e Anna hanno cominciato a parlarne un anno fa circa. «Io ero separato, poi ho divorziato. Che ne dici, lo facciamo, ho chiesto ad Anna. E lei: perché no? Del matrimonio avrei detto io stesso ma la cosa è girata ed eccoci qui, vabbé, a me non pare una notizia sensazionale però è una bella idea, non mi nascondo».
I Panatta continueranno a dividersi tra Roma e Treviso, dove la settimana prossima cominciano i lavori al Tennis Club («Abbiamo i permessi, apriamo il cantiere, l’impianto è molto grande, ci vorranno mesi. Spero venga pronto entro la prossima estate, magari senza Covid...»). La città è piccola, Adriano ama girare per il centro storico in bicicletta, da oggi attesa pioggia di pacche sulle spalle e felicitazioni: «Va bene, risponderemo a tutti con un sorriso e con educazione. Treviso è una cittadina civilissima, ci si conosce un po’ tutti, il giro dei negozi-locali-ristoranti è sempre lo stesso, c’è una dimensione di paese, ci si vuole bene».
Dopo il matrimonio, nessun viaggio di nozze. «Ma ‘ndo andiamo con il Covid? Ci si sposa, si fa un brindisi, poi belli tranquilli torniamo a casa nostra a Treviso. Mica siamo sposini novelli! Non succederà nulla di eccezionale, fidatevi: con Anna ci sposiamo perché stiamo bene insieme. Tutto qui».