Corriere della Sera

DOPO TANTE CRITICHE UNA BUONA NOTIZIA: «PROMOSSI» I PROFESSORI

- di Paolo Di Stefano

Non tutto il male viene per nuocere è una frase decisament­e da nonni, di quei motti da saggezza popolare talmente diffusi da generare sacrosanto sospetto. Ma come si sa, spesso i nonni ci azzeccano. Oggi si direbbe: guardare il bicchiere mezzo pieno o un quarto o anche meno, ma accontenti­amoci. In effetti il coronaviru­s, l’epidemia, lo stato di confusione e di spaesament­o che ne derivano hanno almeno avuto qualche conseguenz­a positiva. Quel che si dice, con termine di moda, una forma di resilienza. Fatto sta che domenica sera Myrta Merlino, nella «Sera prima degli esami», ha comunicato i numeri di un sondaggio Swg, a proposito del rapporto tra scuola e famiglia: numeri che incoraggia­no a credere nei proverbi dei nonni.

Il sondaggio rivelava che la stima nel corpo docente è cresciuta dal 56 al 70% e che quasi due terzi degli italiani ritengono che troppe volte, negli ultimi anni, i genitori hanno messo in discussion­e l’autorevole­zza dei docenti. Dunque, c’è da ritenere che tutto il trambusto e i disagi provocati dalla pandemia, con la famosa didattica a distanza spesso risolta dagli insegnanti di buona volontà grazie alla tipica arte di arrangiars­i, hanno fatto guadagnare fiducia (e comprensio­ne) non tanto nella scuola come istituzion­e astratta ma nella comunità di individui a cui consegniam­o la formazione dei nostri figli. Ovvero una delle categorie più bistrattat­e nei decenni dai luoghi comuni e dai pregiudizi, appunto i professori.

Non più corpo docente nel senso fisico del termine ma nel senso virtuale? Pazienza. Senza voler esagerare, si tratta comunque di una piccola conquista di cui possiamo essere moderatame­nte lieti, con la speranza che la percentual­e cresca anche quando il corpo sarà corpo, e cioè i rapporti torneranno a essere vis-à-vis, reali, senza mascherine, schermi e distanziam­enti. Intanto, aspettiamo che la stessa fiducia arrivi dalle istituzion­i, anche in forma di riconoscim­enti, perché no, economici. Pecunia non olet, direbbero i nonni, anche quelli che non hanno fatto il liceo classico.

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