Corriere della Sera

È DAVVERO LA «PACE DI ABRAMO» O UN’ALLEANZA CONTRO GLI SCIITI?

- Fabrizio Soppelsa fabrizio@disroot.org

Caro Aldo, accordi tra Israele, e Bahrein ed Emirati arabi, ricchi paesi con grossi capitali in Usa. Non con la Palestina. E la chiamano pace. Giulio Bovi

Bravo Trump, qualcosa di buono doveva pur farla prima di sparire dalla scena. Roberto Jonson

Obama ha iniziato la guerra in Libia e bombardato Mali, Uganda, Yemen, Somalia, Siria, Afghanista­n e Pakistan. Insignito del Premio Nobel «preventivo» per la Pace. Trump non ha iniziato nuove guerre e ha posto le basi per la pace in Medio Oriente, tra le Coree e in Kashmir. Recentemen­te candidato al Premio da un parlamenta­re norvegese, per i media resta un malvagio sanguinari­o. Come mai?

QCari lettori, uando due o più Paesi firmano un trattato, è sempre una buona notizia, e un successo per il mediatore: in questo caso, Donald Trump. Tuttavia dietro la «pace di Abramo» c’è anche, fin dal nome, un po’ di retorica. La pace si fa tra nemici. Ma nemici — in sostanza — Israele e gli Emirati arabi uniti (e il Bahrein) non sono stati mai. Sono Paesi separati da centinaia di miglia, mari, deserti. Non sto dicendo che l’accordo non sia importante; a maggior ragione se ne seguirà un altro tra Israele e l’Arabia saudita. Ma sinceramen­te mi pare più una mossa nel quadro della guerra civile araba tra sunniti e sciiti, che nel quadro della pace in Medio Oriente tra arabi e israeliani. Sancendo in modo ufficiale l’avviciname­nto in corso da tempo con Israele — unica vera democrazia e unica potenza atomica della regione —, i sunniti si rafforzano, e gli sciiti subiscono un colpo. Ma se si è festeggiat­a tanto la «pace di Abramo», che cosa si potrebbe inventare un presidente americano che imponesse un trattato di pace tra Israele e l’Iran, o tra Israele e i palestines­i? L’idea iniziale di Trump era proprio l’accordo tra Netanyahu e i palestines­i. Sul piatto l’America ha gettato molti soldi. Ma non era pensabile che un popolo rinunciass­e alla terra in cambio di dollari. I palestines­i hanno commesso molti errori — non ultima la drammatica divisione tra i Territori amministra­ti dal presidente Abu Mazen e Gaza controllat­a dagli estremisti filoirania­ni di Hezbollah — e anche molti crimini. Ma sono stati abbandonat­i dalla comunità internazio­nale in modo abbastanza cinico. E i primi ad abbandonar­li sono stati — e sono — i «fratelli arabi»; fin da quando nel 1948 si presero ognuno un pezzetto di quello che secondo l’Onu doveva essere lo Stato palestines­e.

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