Corriere della Sera

Rete unica, tonfo in Borsa di Tim Macquarie vuole metà Open Fiber

Offerti a Enel 2,6 miliardi. Le voci sul faro di Bruxelles, ma Gualtieri smentisce: nessun veto

- Federico De Rosa

Il faro di Bruxelles sulla rete unica e l’irruzione del fondo Macquarie rimettono in movimento la partita per la Rete unica. Ieri mattina, pochi minuti dopo l’apertura di Piazza Affari, l’agenzia Bloomberg ha parlato di una possibile opposizion­e dell’Antitrust Ue al piano per la rete unica, facendo scivolare i titoli Tim in asta di volatilità, per poi chiudere in calo del 2,7%. La società sta valutando se presentare un esposto. «Non è previsto alcun veto — hanno precisato. fonti del ministero dell’Economia —. C’è invece un condiviso obiettivo comune di dotare l’Italia con moderne infrastrut­ture digitali». Un portavoce di Bruxelles ha chiarito poi che la direzione guidata da Margrethe Vestager «segue con attenzione gli sviluppi» dell’operazione Rete unica, che al momento «non è stata ancora notificata». Certamente l’esame dell’Antitrust rappresent­a un passaggio decisivo per il futuro della Rete unica. Futuro che interessa anche il fondo Macquarie, che ha messo sul tavolo dell’Enel un’offerta vincolante da 2,6 miliardi per il 50% di Open Fiber, assegnando a tutta a società della rete circa 5,2 miliardi di valore (equity), con meccanismi di compensazi­one legati anche alla realizzazi­one della rete unica e alla chiusura positiva di alcune partite con Tim. Ieri l’amministra­tore delegato, Francesco

Starace, ha informato il consiglio dell’Enel sull’arrivo dell’offerta, che verrà approfondi­ta nelle prossime settimane. L’esame preliminar­e dovrebbe durare circa un mese. «Non c’è niente di urgente — ha spiegato Starace —, non abbiamo un calendario che ci corre dietro. Gestiremo la cosa con i tempi necessari». Alla vigilia del board, Starace, il presidente dell’Enel, Michele Crisostomo, Fulvio Conti per Macquarie e il numero uno di Cdp, Fabrizio Palermo, sono stati convocati al ministero dell’Economia per parlare della situazione.

Benché l’offerta sia per il 50% di Open Fiber è improbabil­e che l’Enel venda tutto a Macquarie. La Cdp, come noto, vuole salire in maggioranz­a in Open Fiber prima dell’eventuale integrazio­ne con FiberCop per laRete unica e ha un diritto di prelazione ma sull’intera quota dell’Enel. La soluzione potrebbe passare per la revisione della prelazione in modo da consentire a Cdp di comprare ciò di cui ha bisogno, lasciando il resto a Macquarie.

Intanto sono stati individuat­i gli advisor per le valutazion­i degli asset della rete unica: Tim sarà affiancata da Goldman Sachs, Vitale & C., Rothschild e Banca Imi, la Cdp dal Credit Suisse e dallo Studio Pedersoli, Kkr da Citi.

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