Rete unica, tonfo in Borsa di Tim Macquarie vuole metà Open Fiber
Offerti a Enel 2,6 miliardi. Le voci sul faro di Bruxelles, ma Gualtieri smentisce: nessun veto
Il faro di Bruxelles sulla rete unica e l’irruzione del fondo Macquarie rimettono in movimento la partita per la Rete unica. Ieri mattina, pochi minuti dopo l’apertura di Piazza Affari, l’agenzia Bloomberg ha parlato di una possibile opposizione dell’Antitrust Ue al piano per la rete unica, facendo scivolare i titoli Tim in asta di volatilità, per poi chiudere in calo del 2,7%. La società sta valutando se presentare un esposto. «Non è previsto alcun veto — hanno precisato. fonti del ministero dell’Economia —. C’è invece un condiviso obiettivo comune di dotare l’Italia con moderne infrastrutture digitali». Un portavoce di Bruxelles ha chiarito poi che la direzione guidata da Margrethe Vestager «segue con attenzione gli sviluppi» dell’operazione Rete unica, che al momento «non è stata ancora notificata». Certamente l’esame dell’Antitrust rappresenta un passaggio decisivo per il futuro della Rete unica. Futuro che interessa anche il fondo Macquarie, che ha messo sul tavolo dell’Enel un’offerta vincolante da 2,6 miliardi per il 50% di Open Fiber, assegnando a tutta a società della rete circa 5,2 miliardi di valore (equity), con meccanismi di compensazione legati anche alla realizzazione della rete unica e alla chiusura positiva di alcune partite con Tim. Ieri l’amministratore delegato, Francesco
Starace, ha informato il consiglio dell’Enel sull’arrivo dell’offerta, che verrà approfondita nelle prossime settimane. L’esame preliminare dovrebbe durare circa un mese. «Non c’è niente di urgente — ha spiegato Starace —, non abbiamo un calendario che ci corre dietro. Gestiremo la cosa con i tempi necessari». Alla vigilia del board, Starace, il presidente dell’Enel, Michele Crisostomo, Fulvio Conti per Macquarie e il numero uno di Cdp, Fabrizio Palermo, sono stati convocati al ministero dell’Economia per parlare della situazione.
Benché l’offerta sia per il 50% di Open Fiber è improbabile che l’Enel venda tutto a Macquarie. La Cdp, come noto, vuole salire in maggioranza in Open Fiber prima dell’eventuale integrazione con FiberCop per laRete unica e ha un diritto di prelazione ma sull’intera quota dell’Enel. La soluzione potrebbe passare per la revisione della prelazione in modo da consentire a Cdp di comprare ciò di cui ha bisogno, lasciando il resto a Macquarie.
Intanto sono stati individuati gli advisor per le valutazioni degli asset della rete unica: Tim sarà affiancata da Goldman Sachs, Vitale & C., Rothschild e Banca Imi, la Cdp dal Credit Suisse e dallo Studio Pedersoli, Kkr da Citi.