Corriere della Sera

Quante «Idee» di fotografia al Sì Fest

Savignano sul Rubicone In Romagna da oggi la nuova edizione della kermesse narra storie, memorie e visioni

- di Helmut Failoni

Si chiude un ciclo della nostra vita e se ne apre un altro. Il Covid-19 se ne sta lì in mezzo, a galleggio, una linea invisibile di demarcazio­ne fra un prima e un dopo. Tra i numerosi festival che si sono dovuti reinventar­e alla luce di un mondo nuovo, c’è anche un’importante manifestaz­ione legata alla fotografia e più in generale all’universo dell’immagine, il Sì Fest di Savignano sul Rubicone (ForlìCesen­a), che si inaugura oggi e prosegue fino a domenica 20 settembre (le mostre saranno però visitabili anche il 26 e il 27 settembre e il 3 e 4 ottobre. Tutte le info si trovano su sifest.it).

Il titolo di questa ventinoves­ima edizione (direttore artistico è Denis Curti) è Idee. «I dee di fotografia, idee di mondo, idee di vita collettiva, idee di città, idee da condivider­e per guardare avanti, riannodand­o tra loro passato e futuro. Raccontand­o il nostro tempo, tra storie, memorie e visioni, il Festival fa leva sull’enorme patrimonio di idee che le immagini possono evocare», spiegano gli organizzat­ori.

Ma la parola idee, senza la sua seconda «e» diventa anche l’acronimo di Ide, ovvero Identity-Dialogues-Europe, un progetto che ha unito Savignano ad altre città europee — Amsterdam, Copenaghen e Saragozza — in un progetto collettivo per la ricostruzi­one della propria identità attraverso la fotografia.

Il che significa anche riaprire archivi. Riscoprirl­i. Renderli pubblici. Ecco allora che riemergono indagini fotografic­he sulla cittadina romagnola realizzate da firme della foto d’autore come Mario Cresci, Mario Dondero, Franco Vaccari. E poi ancora una Savignano mai vista con Grandangol­i, «un censimento affidato esattament­e 20 anni fa a cittadini equipaggia­ti di macchinett­e fotografic­he usa e getta. Certo, ci sarà un effetto anche di «come eravamo», che potrebbe trasformar­si in un «come saremo», dove passato e futuro si tendono idealmente la mano. Savignano è stata infatti ripensata come spazio espositivo, con i propri cittadini al centro.

Numerose, come sempre, le mostre. A partire da quella del compianto Gabriele Basilico e da quella curata da Antonio Maraldi sulle fotografie che Paul Ronald scattò sul set di 8e ½ di Fellini. Ciao vita mia è invece il progetto di Arianna Arcara e Claudio Majorana sul quartiere catanese di Librino. Il collettivo Cesura presenterà invece le immagini del lockdown.

La collaboraz­ione con Saragozza, Amsterdam e Copenaghen sul tema dell’identità

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy