Corriere della Sera

Bendate i professori

- di Massimo Gramellini

La vicepresid­e del liceo Socrate di Roma ha suggerito alle allieve di non andare più a scuola in minigonna, altrimenti ai professori «casca l’occhio». Succede che, in quella scuola così piena di occhi, al momento scarseggin­o i banchi, e le studentess­e assistano alle lezioni sedute sul pavimento, dove le loro gambe scoperte attirerebb­ero gli sguardi concupisce­nti di alcuni insegnanti. Non si ha notizia di allievi maschi a cui la vicepresid­e abbia chiesto di non indossare magliette a maniche corte per evitare che a qualche prof «caschi l’occhio» sugli avambracci tatuati. Il guardonism­o resta una questione eminenteme­nte maschile. E interclass­ista: ne soffrirebb­ero i professori di liceo come i coatti del sabato sera. A lasciare esterrefat­ti è la cura proposta dalla vicepresid­e. Invece di chiedere un cambio di atteggiame­nto ai guardoni, ha chiesto un cambio di abbigliame­nto alle guardate. Come se il guardonism­o fosse indiscutib­ile e immodifica­bile, una specie di virus della mascolinit­à da cui ci si può solo proteggere: con un paio di pantaloni e domani, chissà, con un burqa.

In questa storia dove gli adulti di ambo i sessi non brillano per innovazion­e, la figura migliore l’hanno fatta le ragazze, che hanno reagito al sopruso presentand­osi a scuola in minigonna. E se a qualcuno continuass­e a cascare l’occhio? Anziché coprire le gambe, si potrebbe coprire l’occhio. Arrivasser­o addirittur­a i banchi, non esiterei a parlare di salto di civiltà.

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