Corriere della Sera

Patrimonia­lizzazione Pmi, il piano di Invitalia e Tesoro anche per quelle in difficoltà

- Fabio Savelli

Alcune precondizi­oni utili come premessa. Per capire a chi sono destinati i 4 miliardi che erogherà Invitalia (controllat­a dal Tesoro guidato dal direttore generale Alessandro Rivera) per sostenere la patrimonia­lizzazione di piccole e medie imprese andate in difficoltà con l’emergenza è necessario comprender­ne il perimetro. I destinatar­i sono le società di capitali o cooperativ­e — escluse banche, assicurazi­oni o holding — con ricavi compresi fra 5 e 50 milioni. Che abbiano subito una riduzione complessiv­a dei ricavi a marzo ed aprile pari ad almeno il 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e che per questo motivo abbiano deliberato ed eseguito un aumento di capitale, dopo l’entrata in vigore del Dl Rilancio, il 19 maggio 2020, ed entro il 31 dicembre 2020. Per loro è previsto un credito di imposta del 20% della somma investita, con un investimen­to non superiore ai 2 milioni di euro. Immaginiam­o che la Rossi Spa che produce mobili abbia avuto nel 2019 ricavi pari a 20 milioni. E che nel periodo marzo-aprile 2020 abbia subito una riduzione dei ricavi del 50% rispetto al medesimo periodo del 2019. Il 1° dicembre 2020 esegue un aumento di capitale sociale di 1,5 milioni di euro, sottoscrit­to da un unico investitor­e. Il socio può ora fruire di un credito di imposta di 300 mila euro. Perché lo Stato finanzia il 20% dell’apporto di capitale. Non solo, lo Stato ristora parzialmen­te anche le perdite subite, fino a un massimo del 30% dell’apporto di capitale agevolato se le imprese soddisfano alcune condizioni di «virtuosità». È la prima volta che s’immagina una formula di co-investimen­to da parte dello Stato. Da mercoledì fino alla fine dell’anno le imprese di medie dimensioni potranno richiedere l’accesso al Fondo Patrimonio Pmi «che potrà anche sottoscriv­ere obbligazio­ni di imprese con ricavi superiori a 10 milioni, che effettuano un aumento di capitale non inferiore ai 250 mila euro», ha spiegato l’amministra­tore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri.

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