Corriere della Sera

«I miei classici riletti in chiave rap»

Gigi D’Alessio: con l’album di duetti «Buongiorno» ho scoperto un mondo opposto al mio

- Andrea Laffranchi

«Èbello vedere che canzoni uscite 25 anni fa hanno ancora qualcosa da raccontare. Le trovo contempora­nee, se non per quelle due frasi in cui usavo la parola “lire”». Gigi D’Alessio si gode il successo di «Buongiorno», l’album in cui ha preso le sue canzoni più vecchie, quelle del repertorio neomelodic­o cantate in napoletano, e le ha rilette assieme a una squadra di rapper partenopei: Rocco Hunt, Clementino, Geolier, Enzo Dong, Vale Lambo, CoCo, Franco Ricciardi, LDA, Lele Blade, MV Killa e Samurai Jay. Eccezioni alla geolocaliz­zazione sono i Boomdabash e «unico polentone» J-Ax per la superclass­ica «Annarè».

La scorsa settimana l’album ha debuttato al numero 1 della classifica ufficiale Fimi, domani tutto il gruppo sarà a Domenica In. «Festeggio ogni 5 minuti. L’altra sera Clementino, che è il capo-villaggio, ha organizzat­o una cena collettiva. Ci avrei dovuto portare un domatore del circo Togni... La vera soddisfazi­one è girare per Napoli e sentire le canzoni che escono dai finestrini delle auto, dalle case...».

Neomelodic­o e urban, mondi opposti. Da una parte le note, il canto, l’armonia; dall’altra il beat, la ritmica, le rime. «Sì, ma messi insieme fanno nascere cose belle. Ho tenuto il cuore di quelle canzoni e poi questi artisti, che chiamo ragazzi con l’iPhone perché scrivono con il telefono e non con carta e penna, ci hanno messo una botta di emozione fresca senza sfregiare l’originale». Tutti si immaginava­no gli hater scatenati: i fan del Gigi classico spaventati dalle rime e i commenti acidi della fan base dei rapper. «Anche io ho dovuto scoprire il loro talento. Nel mio mondo, quello del pop, spesso si commette nei loro confronti lo stesso errore che è stato fatto con me quando ero agli esordi: il pregiudizi­o.

Rapper e trapper non sono quelli che parlano solo di droga e soldi, le strofe che hanno aggiunto alle mie canzoni hanno messaggi sociali, momenti di orgoglio napoletano». L’atteggiame­nto da bulletti di periferia, l’ossessione per lusso, soldi e droga... «Quel modo di scrivere mi dà fastidio, ma a questi ragazzi è venuto spontaneo parlare d’altri temi. Del resto si inserivano in canzoni d’amore e avrebbe avuto poco senso. Però il rap/trap non è solo quello: spesso le rime sono denunce sociali forti».

Tutta colpa di Gué Pequeno, uno dei pesi massimi dell’hip hop italiano, con cui Gigi aveva duettato l’anno scorso dopo il buon rapporto nato a The voice: «Lui mi ha aperto un mondo. Io sono curioso e ci sono entrato. Per me la musica è sempre stata incontro. In passato tanti non accettavan­o i duetti per paura o convenienz­a, questa generazion­e è più libera. Io non ho mai la calcolatri­ce in mano: le barriere e le etichette le lascio agli altri. E questa volta ho scoperto la scena urban napoletana che è fortissima».

C’è una seconda fase della carriera di Gigi, quella in italiano. L’ha già ripercorsa con una serie di duetti pop lo scorso anno, ma ora c’è la tentazione di ripetere questo progetto in chiave rap: «Nella mia testa c’è un volume 2. Chiamerò tutti quelli che conosco. E anche quelli che non conosco».

 ??  ?? Gruppo
Gigi D’Alessio sul trono, circondato dai rapper che hanno partecipat­o al suo ultimo album «Buongiorno»
Gruppo Gigi D’Alessio sul trono, circondato dai rapper che hanno partecipat­o al suo ultimo album «Buongiorno»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy