Roma, Festa con dubbi
Gli organizzatori: si va avanti, monitoriamo la crisi Covid Il regista di «Soul»: cartoon in streaming, anch’io stupito
Mascherine, red carpet transennato, termoscanner, distanziamento comne prevedono i protocolli anti-covid. La cerimonia di consegna del primo premio alla carriera, Pete Docter, della XV edizione via zoom. I dubbi sulle presenze dei prossimi giorni degli ospiti in arrivo dai paesi più a rischio come la Francia, dopo la defezione di François Ozon (ma ci sarà Valeria Bruni Tedeschi per Eté 85). Francesco Totti se le sentirà, dopo la perdita del padre, di accompagnare il doc che gli ha dedicato Alex Infascelli e duettare domenica con Pierfrancesco Favino? È una Festa all’insegna del dubbio, quella che si è aperta ieri. Come è inevitabile che sia, d’altronde, visti i dati della pandemia. «Il mio stato d’animo? Orgoglioso, eccitato e preoccupato», sintetizza il direttore Antonio Monda sul red carpet.
All’insegna del dubbio anche lo spirito del film d’apertura, Soul, il nuovo capitolo d’animazione Pixar, opera del premio Oscar Pete Docter (Up, Inside Out). Dubbi esistenziali. Cosa ti rende ciò che sei? Siamo frutto dell’educazione o il carattere e l’attitudine sono innati? Il senso della vita è dannarsi per seguire una passione o adattare i sogni alla realtà? Domande che Docter e il co-regista Kemp Power affidano a un personaggio destinato a restare nel cuore del pubblico, Joe Gardner, prof di musica alle medie, gran talento ancora inespresso di pianista jazz, doppiato nella versione originale da Jamie Foxx. Letteralmente a un passo dal realizzare il sogno di diventare professionista, Joe cade in un tombino e si trova catapultato nell’Ante-Mondo. Popolato da anime ancora non nate, altre destinate alla fine, mentori (da Gustav Jung a Madre Teresa di Calcutta) e consulenti. E 22, un’anima in attesa da centinaia di anni di scendere sulla terra dove si rifiuta di approdare.
Più complicato spiegarlo che vederlo. L’idea, racconta Docter, gli è nata 23 anni fa, quando è nato suo figlio. «Anche da piccolissimo era chiaro che tipo di carattere avesse. Mi sono immaginato un luogo dove distribuiscono anime e carattere». Il successo di Inside Out lo ha spinto a riflettere. «Mi sono chiesto se avevo davvero raggiunto il risultato che volevo. Crediamo che il senso della vita sia trovare la propria passione e inseguirla, questo film invece porta a chiederci se è così veramente». Soul non dà risposte. «La vita è più complessa. Può sembrare assurdo fare un film per famiglie e bambini su questo tema, però credo che con l’animazione alla Pixar si possano indagare temi profondi in maniera divertente».
Quando è stato messo in produzione, circa cinque annoi fa, non si poteva prevedere lo stato del mondo attuale. «Eppure molti degli elementi emotivi, l’importanza dei gesti quotidiani, il nostro legame con la natura, il senso che diamo alle nostre azioni, in questo momento risuonano molto attuali».
Come attualissima suona un’altra domanda legata a Soul. Ma è giusto che un kolossal del genere — costato oltre 150 milioni di dollari, che ha coinvolto artisti come Trent Reznor e Atticus Ross per la colonna sonora, consulenti musicali come Herbie Hancock, Jon Batiste, girato in widescreen, con una New York più viva che mai — vada sulla piattaforma Disney il 25 dicembre, bypassando le sale e facendo concorrenza ai titoli che decideranno di uscire? La decisione ha colpito anche il team Pixar. «Non uscire in sala è stata una sorpresa anche per noi. Ma nello stato in cui ci troviamo siamo felici della decisione. L’importante è che il pubblico lo veda quanto prima e l’aumento contagi non rende possibile farlo nei cinema. Lo streaming è come un dono di Natale».
La sicurezza preoccupa anche gli organizzatori. «Ci auguriamo che nessuna emergenza ci metta in condizione di scegliere altre strade, che non vorremmo neanche immaginare» dice Laura Delli Colli, presidente della Fondazione cinema per Roma.
Il direttore
Monda: «Il mio stato d’animo? Sono orgoglioso, eccitato e preoccupato»