Il consorzio dedicato e la conquista del titolo dell’Unesco
Conegliano un centro importante per la produzione del vino sin dai tempi antichi e nel corso dei secoli l’incessante opera dell’uomo ha plasmato il paesaggio creando uno scenario unico, caratterizzato dai vigneti che letteralmente ne ricamano le colline. Grazie agli studi della Scuola Enologica il metodo italiano o «charmat» è stato perfezionato fino a definire un metodo specifico per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Per tutto il 900 vanno delineandosi le caratteristiche e i ruoli dei due centri che abbracciano la zona, Conegliano, capitale «culturale» grazie alla presenza della Scuola Enologica e Valdobbiadene, capitale produttiva per le numerose aziende. Nel 1962 un gruppo di 11 produttori dà vita al Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene proponendo un disciplinare di produzione per proteggere la qualità e l’immagine del proprio vino. Nel 1969 il Consorzio ottiene per il Prosecco
Superiore la Denominazione di Origine Controllata e nel 2009 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, massimo riconoscimento qualitativo per i vini italiani. I produttori hanno deciso di valorizzare già nel nome il territorio, anteponendo al nome di Prosecco quello delle cittadine simbolo dell’area: «Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore». Il risultato dell’equilibrio tra l’attenzione per la produzione e per l’ambiente è il riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità Unesco dell’intero territorio. In questo ambiente difficile, dove la viticoltura è detta «eroica», l’uomo ha saputo adattarsi modellando le ripide pendenze e perfezionando la tecnica agricola. Espressione di questa capacità adattiva è il ciglione, tipologia di terrazzamento che utilizza la terra inerbita al posto della pietra e che viene preferita ad altre sistemazioni poiché contribuisce alla solidità dei versanti e riduce l’erosione del suolo. Info su www.prosecco.it