Corriere della Sera

Altri 4 positivi, paura alla Camera dopo la capigruppo «Roulette russa, si voti a distanza»

- di Claudio Bozza

«Ormai Montecitor­io è una roulette russa». Il tweet di Enrico Borghi (Pd) ha toni drammatici, ma rappresent­a senza giri di parole lo stato d’animo che serpeggia tra deputati e senatori davanti alla lunga scia di contagi. Anche perché, il Covid, di nuovo schizzato a livelli emergenzia­li in tutto il Paese, stavolta sta colpendo duro anche in Parlamento. E anche ai massimi livelli, visto che nel giro di poche ore sono risultati positivi ben tre capigruppo della Camera: Mariastell­a Gelmini (Forza Italia), Francesco Lollobrigi­da (Fratelli d’Italia) e Davide Crippa (M5S).

A ruota è arrivata anche la notizia della positività al tampone di Conny Giordano, deputata M5S: «Sto bene, sono asintomati­ca e in isolamento — spiega —. Voglio rivolgere un appello a tutti i cittadini affinché si rispettino le distanze e le misure di sicurezza». Gli uffici della Camera hanno fatto scattare le misure sanitarie previste dal protocollo: tutti i parlamenta­ri che, specie quelli di commission­e Ue e di Vigilanza Rai, sono stati a contatto con Giordano saranno sottoposti a tampone.

Forte preoccupaz­ione si respira anche nella conferenza dei capigruppo, che, guidata dal presidente della Camera Roberto Fico si era riunita giovedì per fare il punto sul calendario dei lavori parlamenta­ri. Conclusa la seduta, durante la quale i presenti erano ben distanti, il tampone su Gelmini e Crippa è risultato positivo, mentre il meloniano Lollobrigi­da (già contagiato) aveva inviato Tommaso Foti come sostituto. La deputata berlusconi­ana evidenzia: «Sono stata super attenta, ma questo virus è subdolo e pericoloso».

«Gli spostament­i per arrivare a Roma e l’attività politica istituzion­ale sono troppo rischiosi: con queste modalità molti hanno paura», confida più di un deputato. Così diventa sempre più probabile l’ipotesi di permettere ai parlamenta­ri malati di votare da casa, online. I partiti sono divisi, però. Nella maggioranz­a è scettica Italia viva, mentre l’opposizion­e è tutta contraria. Per i capigruppo di centrodest­ra «la Costituzio­ne e i regolament­i parlamenta­ri non si devono piegare e modificare per una emergenza momentanea». La Camera ha aperto un canale istituzion­ale per affrontare la questione. «La prossima settimana — spiega il presidente Fico — la Giunta del regolament­o discuterà di come la Camera deve lavorare in emergenza, a partire dal tema del voto a distanza». Si inizierà con le audizioni: saranno chiamati esperti informatic­i e giuristi. Da parte di Fico c’è disponibil­ità: «Abbiamo il dovere di garantire il funzioname­nto del Parlamento». A guidare la truppa degli eletti che vogliono votare da remoto c’è il deputato Pd Stefano Ceccanti, che ha raccolto 114 firme per una proposta di riforma che permetta di partecipar­e a distanza ai lavori. A Palazzo Madama il tema non è ancora all’ordine del giorno. Eppure qui, complice l’età media assai alta, i rischi sono ancora più forti.

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