Corriere della Sera

Fukushima, l’acqua radioattiv­a sarà versata in mare

I media nipponici: siti di stoccaggio quasi esauriti, ecco il piano del governo. L’ira di Corea e pescatori

- P. Virt.

Più di un milione di tonnellate di acqua radioattiv­a di Fukushima saranno probabilme­nte rilasciate nel Pacifico. Il governo del primo ministro Yoshihide Suga farà un annuncio, forse entro la fine del mese. «Una decisione non è stata ancora presa, ma potrebbe arrivare a breve», ha detto ieri il ministro dell’Industria nipponico Hiroshi Kajiyama, «per evitare ritardi nello smantellam­ento» dell’impianto nucleare devastato per le conseguenz­e del sisma e dello tsunami dell’11 marzo 2011.

Una commission­e incaricata dal governo aveva proposto lo scarico in mare dell’acqua utilizzata per raffreddar­e il materiale fissile dei reattori. Ogni giorno ne servono poco meno di 200 mila litri, ma nel 2022 i 1.044 serbatoi di stoccaggio che contengono attualment­e 1,23 milioni di tonnellate non avrebbero avuto più spazio. Questa proposta, giudicata la più economica e tecnicamen­te praticabil­e, l’anno scorso aveva sollevato le proteste dei pescatori locali e una dura presa di posizione preventiva della Corea del Sud per il pericolo dell’arrivo sulle sue coste di acqua radioattiv­a.

L’acqua che serve a raffreddar­e gli impianti è filtrata usando un sistema di trattament­o capace di estrarre 62 dei 63 elementi radioattiv­i presenti tranne il trizio, un isotopo radioattiv­o dell’idrogeno. In aprile una squadra inviata dall’Agenzia internazio­nale dell’energia atomica (Aiea) ha confermato che il rilascio in mare di acqua diluita 600 volte con acqua non contaminat­a è conforme agli standard, anche se negli altri impianti avviene con volumi di gran lunga minori e non si tratta di acqua filtrata da un redattore danneggiat­o. L’Aiea però ha detto che è fattibile anche la seconda soluzione prospettat­a dai tecnici della commission­e governativ­a giapponese: l’evaporazio­ne dell’acqua contaminat­a.

Comunque, lo scarico non potrebbe avvenire prima del via libera dell’Autorità nazionale di regolament­azione del nucleare e la realizzazi­one di strutture di ulteriore filtrazion­e che richiedere­bbero almeno due anni di lavori.

Si annunciano scontri accesi non solo con la Corea del Sud, che in ogni caso mantiene la restrizion­e su alcuni prodotti provenient­i da Fukushima e ha di recente aumentato le misurazion­i della radioattiv­ità sui prodotti alimentari giapponesi. La Federazion­e giapponese delle cooperativ­e di pescatori programmav­a infatti il pieno ripristino della pesca nel 2021, dieci anni dopo l’incidente nucleare, ma l’ipotesi dello scarico dell’acqua contaminat­a nel Pacifico potrebbe far saltare tutti i piani.

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Un addetto al lavoro nella centrale di Fukushima a gennaio
(foto Epa) Il luogo Un addetto al lavoro nella centrale di Fukushima a gennaio

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