Corriere della Sera

I gioielli di una vita da circense Moira

Dagli smeraldi dello Scià di Persia ai ciondoli con le immagini dei Santi All’asta il tesoro raccolto dalla Orfei in anni di tournée in tutto il mondo Il figlio: mia madre amava brillare

- di Roberta Scorranese rscorranes­e@corriere.it

In fondo che cos’erano quegli smeraldi se non un’estensione più costosa e impegnativ­a dei lustrini e delle paillettes? Moira Orfei si era costruita un’esistenza scintillan­te: brillantin­i, diademi, coroncine. Ecco perché scoprire che possedeva una bella collezione di gioielli non sorprende, anzi, chiude un romanzo sberluccic­ante, quello della vita di Miranda Orfei, nata nel 1931 a Codroipo (Udine), scomparsa nel 2015 e passata alla storia come una delle stelle del circo.

Smeraldi, diamanti e zaffiri: quarantott­o pezzi che lei ha amato sono il percorso di una mostra che la Affide (azienda di credito su stima) le dedica fino al 28 ottobre negli storici saloni di Palazzo del Monte di Pietà a Roma. Poi, il 29, questi pezzi — più altri di diversa provenienz­a, per un totale di cento monili — andranno all’asta. E come in una delle acrobazie più spettacola­ri di Moira, le tante piccole storie legate a questi anelli, spille e collane si dividerann­o per andare chissà dove. Perché qui non c’è gioiello che non custodisca un’avventura.

Per esempio, la collana di smeraldi acquistata in Iran, durante una tournée rimasta memorabile: tutto il circo (cento artisti e cinquanta animali al seguito) si ritrovò bloccato nella residenza dello Scià di Persia a causa delle rivolte popolari. Il governo italiano allora mandò la «Achille Lauro» a prelevarli e il tutto si concluse con un maestoso sbarco di uomini, elefanti, donne e tigri nel porto di Napoli.

«Mia madre amava brillare, era l’anima del circo», dice al Corriere il figlio Stefano Orfei Nones, che firma anche una speciale «autentica» di ogni pezzo appartenut­o alla mamma. E frugando tra i gioielli della mostra, spiccano molti ciondoli con le effigi di santi. «Lei pregava Padre Pio — dice il figlio — e me la ricordo mentre sussurrava le sue preghiere dentro al caravan», magari prima di lanciarsi a cavallo di un elefante o in un salto acrobatico. Una volta, era il 1986, trascinò tutto il circo — animali compresi — in piazza San Pietro per ricevere la benedizion­e papale.

Se al lotto 42 c’è l’anello con zaffiri, una delle pietre preferite da Moira, al lotto 20 c’è il diamante da 5 carati (base d’asta 25 mila euro) che le regalò Walter Nones, l’amore di una vita, l’uomo che sposò nel 1961 e quello con cui battezzò i due figli, Lara e Stefano, nella gabbia dei leoni. E anche il compagno di lavoro con il quale inventò numeri indimentic­abili, tipo «l’uomo proiettile». Un piccolo trattato di geopolitic­a circense: c’è la collana di coralli acquistata nella ex Jugoslavia, durante una tournée tra Spalato e Zagabria; c’è il girocollo di zaffiri australian­i, poi il suo piccolo orologio, il preferito. Cammei e spille acquistati a Berlino e Madrid, Istanbul e Tripoli.

Cavalleriz­za, trapezista, acrobata, domatrice di elefanti e addestratr­ice: Moira Orfei fece del suo fisico prorompent­e una macchina da circo. «Si esibì per la prima volta come cavalleriz­za a soli sei anni — racconta Stefano — e diventò subito una delle principali attrazioni del circo Orfei. Era famosa in tutto il mondo. Ricordo bene l’impression­e che, da bambino, mi facevano quei cartelloni giganti con la sua immagine».

E se il cinema la «rapì» per riconsegna­rcela in pellicole dai titoli irresistib­ili, come La Venere dei pirati e Ti aspetterò all’inferno, (ma vale la pena di citare anche Casanova 70, di Mario Monicelli) il circo rimase il suo vestito perfetto, quello su misura. Cinque anni fa la morte la colse proprio nella sua casa mobile, a Brescia, dove si trovava con tutta la squadra circense.

Ecco perché nella mostra (ideata da Alessandro Serena e Aurelio Rota nell’ambito di Open Circus) colpiscono sì i diamanti e gli zaffiri, ma ci sono gioielli particolar­i che ci ricordano l’artista per la sua esuberanza: la catena in oro e zirconi con il nome Moira a caratteri cubitali, per esempio. O gli orecchini giganti che indossò a Canzonissi­ma, accanto a Raffaella Carrà. «Gioielli e lustrini a parte — conclude Stefano — era una lavoratric­e infaticabi­le: ogni mattina ci impartiva i compiti». A tutti.

C'è la collana di coralli presa nell’ex Jugoslavia e poi spille da Berlino, Madrid, Tripoli

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Miranda Orfei, detta Moira, era nata nel 1931 a Codroipo (Udine). È morta nel 2015
Luce Miranda Orfei, detta Moira, era nata nel 1931 a Codroipo (Udine). È morta nel 2015
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