«Apro a Pechino e Shanghai Il momento della Cina è ora»
Claudio Marenzi di Herno: ho anticipato i piani del prossimo biennio
Risposte veloci ai cambiamenti in atto, dai contenuti innovativi, estetici e sostenibili atti a soddisfare richieste ed esigenze. Si potrebbe così riassumere il ClaudioMarenzipensiero in questo scorcio di fine 2020. Da colto imprenditore e figura di spicco del sistema moda impegnato da anni a farne dialogare le diverse realtà, ora è alle prese con una situazione in costante cambiamento causa pandemia, ora anche in recrudescenza. «Momento complesso. Non può essere affrontato se non con velocità di adattamento. Cambiamenti repentini. Nonostante Herno sia in ottima salute — evidenzia
La strategia
Per rispondere alle perdite di questi mesi occorre velocità di adattamento
Marenzi, presidente e a.d dell’azienda di famiglia fondata nel 1948 dal padre Giuseppe —, per rispondere a contraccolpo e perdite legati al lockdown abbiamo reso operativi i piani di sviluppo previsti per il prossimo bienno». Tradotto: l’entrata di Herno sul mercato cinese con due aperture a Pechino e Shanghai rispettivamente nel China World Mall e nel Plaza 66. «Rispondendo alla richiesta del mercato cinese, soddisfatta fino a poco tempo fa con acquisti in Giappone, Corea e in Europa». Parallelamente lo sviluppo dell’e-commerce del marchio in partnership con The Level Group, realtà internazionale di ecommerce responsabile. «L’on-line, il canale giusto ora. Ma senza tradire il mio paradigma: l’e-commerce è un’alternativa all’acquisto fisico, non un veicolo per fare buoni affari. Così sono preservate integrità e identità di marchio e prodotto».
Nel luglio scorso Marenzi ha concluso un articolato mandato iniziato nel 2013: lo ha visto presiedere da Sistema Moda Italia a Confindustria Moda, federazione da lui stesso voluta («creare il dialogo tra le associazioni, riunire le singole “cifre”: abbiamo reso evidente come la moda nel complesso rappresenti un giro d’affari annuo di 100 miliardi di euro»); ora è presidente in carica di Pitti Immagine e dell’azienda di famiglia.
Nel 2018 Herno ha dribblati i 70 di storia. Oggi parla in cifre di un fatturato consolidato di 129,5 milioni di euro (2019) e presenza sui mercati mondiali: 70% estero e 30% Italia, quest’ultimo il primo seguito da Giappone, Usa e Germania. Dal 2005 la presenza di Marenzi al timone ha impresso una fisionomia ben precisa. «Herno oggi è un marchio di prodotto. Prodotto in grado di
Geografia degli acquisti
Fino a poco tempo fa, i cinesi acquistavano anche in Giappone, Corea e Europa. Ora non più
rispondere a standard qualitativi ed estetici alti, focus sulla sostenibilità». Nodale: l’azienda è anche parte del Fashion Pact di Macron/Pinault. «Da 10 anni ci alimentiamo con un impianto fotovoltaico». Sostenibilità è anche questione di stile: l’estate 2020 segna il debutto di Herno Globe, etichetta-contenitore dei progetti green. Ai quali è unita ricerca e innovazione. Fatta internamente nei nuovi laboratori di studio e sperimentazione: maglieria e tessuti. «Per rendere serrato il dialogo tra marchio e prodotto. Creatività e manualità assieme». Carte vincenti.