Tasse, spunta la proroga per l’invio delle cartelle
Vertice sulla manovra. L’ipotesi di un rafforzamento della Web Tax
Prende forma la prudenza del governo nella stesura del disegno di legge di bilancio, con il Covid che corre insieme alle ricadute sull’economia. Nella manovra ci sarà un fondo ad hoc per l’emergenza, con una dotazione iniziale ancora da definire. E che ovviamente potrà essere rifinanziato in corso d’opera, se la situazione dovesse peggiorare ancora. Il vertice di ieri notte ha esaminato il testo che già oggi potrebbe arrivare in consiglio dei ministri, con la solita formula del salvo intese. E concordato sulla necessità di accantonare risorse per attutire l’impatto delle misure restrittive in arrivo.
Un intervento urgente potrebbe riguardare l’invio delle cartelle esattoriali congelate a marzo, all’inizio dell’emergenza. Sono 9 milioni, il termine per lo stop è scaduto proprio ieri. L’Agenzia delle entrate e riscossione per il momento è rimasta ferma, anche perché di mezzo c’è il fine settimana. Ma l’idea di una ripresa graduale, ipotizzata finora, potrebbe non bastare più davanti alle difficoltà che si intravedono dietro l’angolo e alle proteste dell’opposizione. C’è l’ipotesi di un nuovo stop fino al 31 gennaio, data di scadenza dello stato d’emergenza, almeno per il momento. Ma non è cosa facile. Sia perché le entrate dello Stato sono in calo e l’equilibrio va mantenuto. Sia perché la legge di Bilancio entra in vigore il primo gennaio mentre il blocco è già scaduto. Servirebbe un decreto legge per fermare le cartelle in partenza. Ma difficile da convertire in legge, visti i tempi stretti, e quindi da trasformare poi in corsa in un emendamento alla legge di Bilancio.
Su un altro blocco, quello dei licenziamenti, si vede invece un’intesa. Dovrebbe essere prorogato solo per le aziende che usano la cassa integrazione con causale Covid e per quelle che sfruttano lo sconto sui contributi riservato alle imprese che fanno tornare al lavoro i dipendenti. Per tutte le altre, invece, no. Una soluzione che non convince i sindacati ma che mette d’accordo le due anime del governo che sul punto si era scontrate: il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e quello dello Sviluppo Stefano Patuanelli.
Resta ancora sul tavolo l’ipotesi di un rafforzamento della Web tax, la tassa sui colossi della rete che durante la quarantena hanno visto (e probabilmente vedranno di nuovo) crescere il loro volume d’affari. Ma l’operazione non è semplice perché la web tax, introdotta con l’ultima legge di Bilancio, si base anche su una serie di accordi internazionali. E perché per misurare il gettito del primo anno si dovrà aspettare febbraio. Altri punti della manovra sembrano invece più definiti. L’assegno unico per i figli dovrebbe partire solo a luglio. Gli incentivi per le assunzioni si concentreranno sugli under 35, forse anche sulle donne. Confermato il taglio del cuneo fiscale per i redditi tra 28 mila e 40 mila euro, e anche gli sconti sui contributi per le assunzioni nel Mezzogiorno. Due misure appena introdotte e costose ma che, se non confermate, produrrebbero un rimbalzo negativo di cui non si sente il bisogno. Anche perché la manovra è stata costruita nell’ipotesi di un Pil che l’anno prossimo salirà del 6%. Un obiettivo che, giorno dopo giorno, sembra sempre più ottimistico.