Corriere della Sera

«Un piano a sostegno del lavoro autonomo e di chi produce Pil»

L’indagine dei Consulenti. Calderone: persa troppa occupazion­e

- di Isidoro Trovato

L’utilizzo del Recovery Fund, il calo del Pil, la disoccupaz­ione in crescita, la crisi socio-economica in espansione: l’autunno trova l’Italia in un momento di complessit­à storica ma che potrebbe persino rivelarsi un’opportunit­à se saranno fatte le scelte giuste. «Non c’è dubbio — commenta Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro —. Le prossime scelte saranno determinan­ti per il futuro del Paese. Se saranno fatte quelle più giuste e mirate a far ripartire l’economia si potrebbero aprire scenari molto interessan­ti. Perché ciò avvenga bisognerà mettere al centro dell’azione di governo il sostegno all’impresa e al lavoro autonomo, cioè a coloro che producono Pil e posti di lavoro. È cioè necessario un piano di investimen­ti struttural­i che possa far ripartire l’economia e, conseguent­emente, coloro che ne sono i protagonis­ti. Se ciò avverrà, tra qualche tempo potremo commentare di indicatori economici positivi»

Lavoratori autonomi e imprese che sono stati proprio tra le vittime più colpite dalla crisi. «In effetti, se c’è un fronte su cui la crisi ha fatto sentire in modo immediato i propri effetti è proprio quello del lavoro indipenden­te che con la pandemia ha registrato un’ulteriore forte contrazion­e. Sono tanti i lavoratori che nei mesi di lockdown hanno visto azzerarsi i propri fatturati e che, ancora una volta, sono stati messi in secondo piano dagli interventi predispost­i dal governo. Su questo tema, da noi fortemente sentito, abbiamo elaborato un’indagine “La crisi senza fine del lavoro autonomo”, sulla base dei dati dell’Istat, che presto, in occasione dell’XI edizione del Festival del Lavoro, renderemo disponibil­e per far capire lo scenario attuale di tanti liberi profession­isti, soprattutt­o giovani, alle prese con una crisi che sembra non finire».

Un’indagine da cui emerge un aspetto di assoluto rilievo e preoccupaz­ione «Sì, il dato più preoccupan­te emerso è la perdita di 219 mila lavoratori nell’ultimo anno. Il numero di occupati è così passato da 5,4 a 5,1 milioni con un decremento del 4,1%. Se nel 2010 il 25,3% degli occupati italiani svolgeva un lavoro indipenden­te, nel 2019 la percentual­e si è attestata al 22,7%. Tra i giovani dai 30 ai 39 anni si registrano tra secondo trimestre 2019 e 2020, 110 mila lavoratori in meno. Un dato critico, perché riguarda proprio la fascia d’età in cui avviene il consolidam­ento e, in alcuni casi, l’avvio dell’attività in proprio». E poi c’è la componente femminile del lavoro autonomo. «Si tratta della fascia da sempre più penalizzat­a rispetto a quella maschile, il più delle volte per esigenze di conciliazi­one vita-lavoro. Con la pandemia si è registrato anche in questo caso una forte contrazion­e. La nostra indagine stima tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2020 una perdita del 5,1% della base occupazion­ale autonoma femminile, contro il 3,6% degli uomini».

Di lavoratori autonomi, lavoro femminile e di come far ripartire il mercato del lavoro dopo la pandemia si parlerà al lungo nel corso del Festival del Lavoro 2020, quest’anno ovviamente in modalità online (e in streaming su Corriere.it). «Saranno solo alcuni dei temi che tratteremo nel corso di questa edizione “straordina­ria”, in modalità “virtuale” per via del Covid. “L’Italia riparte dal lavoro” è lo slogan scelto per quest’anno che sintetizza il messaggio che vogliamo trasmetter­e, un auspicio ma anche un dovere per chi è impegnato a disegnare i progetti di ripresa: salvaguard­iamo l’occupazion­e per salvaguard­are il futuro del Paese. Noi crediamo in una ripartenza, pur consapevol­i che molto dipenderà dalle scelte e gli investimen­ti che si faranno in questi mesi, a partire dal Recovery Fund. Al Festival ne parleremo attraverso momenti di confronto con la politica, le istituzion­i ed esperti del mondo del lavoro ed economico».

In un anno si è perso il 5,1% della base occupazion­ale femminile contro il 3,6% degli uomini

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Presidente Marina Calderone, alla guida del consiglio dei consulenti del lavoro

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