Il ritorno di Ilicic dopo la crisi: «Grazie a tutti, rieccomi»
L’Atalanta a Napoli con il suo campione finalmente ritrovato. L’annuncio di Gasperini: «Verrà con noi»
I fantasmi che lo attanagliavano sono spariti. Ed è un bene, non solo per l’Atalanta, ma per l’intero calcio italiano. Perché quando c’è del talento, bisogna preservarlo. Indipendentemente dalla maglia che indossa.
Ad anticipare il ritorno al calcio giocato di Josip Ilicic è stato Gian Piero Gasperini, alla vigilia della sfida con il Napoli (fischio d’inizio alle 15): «Verrà con noi al San Paolo, non so se giocherà dall’inizio o se entrerà durante il match. Comunque fa parte del gruppo». Sorride il Gasp perché sa che con lo sloveno la rosa, già fortemente competitiva, può diventarlo ancora di più. E sorride anche il numero 72, perché fino a poche settimane fa immaginarsi in campo prima del 2021 era considerata quasi utopia.
C’è da dire che se tornerà anche al 70 per cento di quello che era prima che il lockdown primaverile chiudesse a chiave il pallone negli spogliatoi, ci sarà da divertirsi. Almeno per i tifosi nerazzurri. Perché a febbraio Ilicic aveva finalmente, a 31 anni, raggiunto la maturità. A suon di gol e giocate, era diventato un top player di livello europeo. Gol, come i cinque, tra andata e ritorno, rifilati al Valencia e che hanno trascinato la squadra ai quarti di finali di Champions dove è stata eliminata all’ultimo dal Psg. O come i tre al Torino — compreso quello spedito in rete con una magia da metà campo — con cui aveva partecipato alla vittoria per 7-0 sui granata.
Poi con il Covid, il declino. Gravi problemi personali che avevano addirittura messo in dubbio che potesse tornare a fare il calciatore. Un incubo da cui Ilicic ha cominciato a uscire a inizio settembre, quando è rientrato ad allenarsi a Zingonia — prima a parte e dopo poco con il gruppo — ea farsi rivedere sui social con post su Instagram in cui sembrava (finalmente) sereno (l’ultimo ieri: «Grazie a tutti per i messaggi di questi mesi, sono tornato. Forza Dea»). Fino a oggi, quando tornerà a sentire il profumo dell’erba di un campo da calcio vero, in uno stadio vero. Tornerà, in fondo, a vivere.