Casaleggio avverte Di Maio «Non abbiamo noi la cassa»
Il ministro ha chiesto soldi per i territori. Il presidente di Rousseau parla di fake news
Tra le quattro (presunte) «fake news» denunciate sdegnosamente dall’Associazione Rousseau, improvvisamente molto attiva nella comunicazione, non c’è la voce, già uscita nei giorni scorsi e ieri ribadita da molti dirigenti del Movimento, che Davide Casaleggio abbia proposto al Movimento a fine settembre un contratto di servizio da 1,2 milioni di euro. Richiesta avanzata a Vito Crimi e seccamente respinta dal capo politico. «Mi stai prendendo in giro?», si racconta che abbia risposto, perché tra le altre cose prevederebbe il controllo di Casaleggio sul blog.
I rapporti tra il figlio del fondatore e il Movimento stanno arrivando al punto di non ritorno. La guerra è diventata totale. O si troverà un’intesa all’ultimo minuto oppure i 5 Stelle molleranno al suo destino Rousseau e rischieranno, nel contempo, di finire invischiati in cause che si annunciano dolorose e complicate. Ma il dado sembra tratto, almeno a giudicare dalle ultime mosse. A cominciare da quella di due giorni fa di Luigi Di Maio. L’ex capo politico, alla trasmissione Accordi&Disaccordi
attacca diretto Casaleggio: «Agli attivisti e ai territori non arriva un euro. La cassa deve gestirla il Movimento».
Di qui la risposta piccata dell’Associazione Rousseau. Che riassume così le quattro «fake news»: «1. Rousseau è la cassa del Movimento. Falso. 2. Agli attivisti non arriva un euro. Falso. 3. Casaleggio dichiara “usiamo la app per votare in Parlamento”. Falso. 4. Casaleggio propone le nomine dei dirigenti sul portale Talenti. Falso».
Stando ai fatti, il Movimento non ha la cassa. Il bilancio 2019, consultabile sul sito, riporta la voce zero sugli incassi. Una scelta precisa, che fu fatta quando Casaleggio e Di Maio firmarono lo statuto che diede vita all’associazione Movimento 5 Stelle, che poi è ora il Movimento politico. Sul Blog delle Stelle c’è un solo pulsante per le donazioni e rimanda a Rousseau. Nessun Iban di donazioni è attivo per il Movimento. Di Maio chiede di cambiare il sistema. Casaleggio risponde picche. Ma con una contraddizione, perché l’Associazione dice di non essere la cassa del Movimento e poi spiega che «riceve 1,3 milioni all’anno, utilizzati per garantire oltre 22 servizi essenziali a 170 mila iscritti e a 2 mila eletti». Sostiene che 3 milioni vadano agli attivisti. In realtà si tratta dei 1.000 euro che i parlamentari devono prendere dal loro stipendio, per attività del territorio. Risulta anche che siano state chieste a loro donazioni per finanziare gli spostamenti del Rousseau City Lab.
Rousseau spiega che i gruppi si sostengono con 15 milioni. Ma sono soldi vincolati all’attività dei gruppi non del partito, né tanto meno delle attività elettorali. L’associazione nega poi che Casaleggio abbia dichiarato di volere usare la nuova app per votare in Parlamento e di voler usare Rousseau per le nomine di aziende pubbliche. Richiesta avanzata da Alessandro Di Battista, vicino a Casaleggio, e che ha fatto insorgere alcuni ministri M5S, i quali temono che le lobby si rivolgano direttamente a Casaleggio. Cioè, a un’associazione privata.
Il contratto
Al Movimento Davide avrebbe proposto un contratto di servizio da 1,2 milioni