«Cercava il dialogo, non provocava» Il dolore della Francia per il prof Paty
Il papà di un’alunna tra i 9 fermati per la morte dell’insegnante, decapitato da un rifugiato ceceno
«Un insegnante gentile, PARIGI attento, rispettoso, che cercava di spiegare tutto ai ragazzi ma senza ferirli. Per questo, solo per gentilezza, quel giorno ha chiesto agli allievi musulmani se preferivano uscire dalla classe prima della lezione sulla libertà di espressione e su Charlie Hebdo. Lo ha fatto per premura, non per provocazione. Me lo ripete mio figlio 13enne che adesso è disperato. Non ci può credere, il signor Paty non meritava un orrore simile». A raccontarlo è un genitore musulmano, Nordine Chaouadi.
Come decine di altri padri e madri, allievi e insegnanti, ieri quell’uomo era davanti alla scuola media Bois d’Aulne di Conflans-Sainte-Honorine per ricordare Samuel Paty, 47 anni, sposato con un figlio, professore di Storia, Geografia, Educazione civica e morale, decapitato poco prima delle 17 di venerdì da Abdoullakh Abouyezidvitch, un 18enne rifugiato ceceno che abita a 100 chilometri di distanza, non ha alcun legame con la scuola e anzi per capire chi fosse il suo bersaglio se lo è fatto indicare dai ragazzi, all’uscita dalle classi, ignari della tragedia che stava per consumarsi.
Molti ricordano la mostra di disegni degli alunni su «Liberté, Egalité, Fraternité», che Samuel Paty aveva organizzato tempo fa, altri portano rose o biglietti con la scritta «Je suis Samuel». «È stato il professore con cui siamo stati più in contatto anche durante il lockdown — dice la madre di una allieva —, ha seguito i suoi ragazzi anche a casa, non ha mai lasciato solo nessuno, sempre con quella sua gentilezza». Eppure altri hanno considerato che la lezione del 5 ottobre fosse un’offesa imperdonabile.
Brahim Chnina, padre di una allieva 13enne, ha diffuso online vari video contro «quel delinquente che va cacciato da scuola»: ha precisato il nome del professore miscredente e l’indirizzo dell’istituto, invitando i buoni musulmani ad agire per «dire basta». L’uomo si è presentato a scuola per protestare con il direttore e si è fatto accompagnare da Abdelhakim Sefrioui, membro del Consiglio degli imam di Francia, noto per le posizioni radicali. Lo stesso Chnina ha denunciato Samuel Paty per avere mostrato durante quella lezione «immagini pornografiche» (ovvero una caricatura del 2012 che raffigura il profeta nudo con una stella gialla a coprirgli il posteriore e la scritta «È nata una stella»). Nei giorni successivi il professore ha presentato una contro-denuncia per diffamazione.
Quel padre e l’imam sono adesso tra le nove persone in custodia cautelare. «La sorellastra del genitore — ha detto ieri il procuratore JeanFrançois Ricard — ha raggiunto l‘Isis in Siria nel 2014 e da allora è ricercata». Samuel Paty in questi giorni sapeva di essere in pericolo, aveva paura. Oggi alle 15 manifestazione a Parigi, mercoledì l’omaggio solenne della République al suo professore.
Nelle nostre scuole, collegi, licei, ovunque i nostri insegnanti continueranno a risvegliare lo spirito critico dei cittadini della Repubblica Jean Castex premier francese