Corriere della Sera

«I francesi cantavano “Bella ciao”. Mi sono commosso»

- Pietro Guido

Dal 6 al 13 settembre ho effettuato una minicrocie­ra in Sardegna e Corsica e, tra l’altro, ho soggiornat­o due notti a Bonifacio, stupenda cittadina in Corsica. Una sera, dopo avere fatto il bagno all’isola Lavezzi (Francia) sono andato ad ascoltare un po’ di musica dal vivo in un dehors vicino all’albergo. Per tutta la sera il cantante ha eseguito solo canzoni francesi o americane «francesizz­ate». Il pensiero tornò all’esperienza che ho avuto al Louvre di Parigi dove mi sono arrabbiato per non avere visto nell’espositore dei depliant del museo quello in lingua italiana. C’erano depliant in tutte le lingue del mondo tranne l’italiano. Chiamai urlando il responsabi­le del reparto e gi dissi: «Voi del Louvre state in piedi grazie a Leonardo da Vinci e a tutti gli artisti italiani che popolano il museo. Senza di loro fattureres­te la metà e lei sarebbe disoccupat­o!».

Rimeditavo questa esperienza ascoltando le canzoni francesi quando, verso mezzanotte, si è alzata dal suo tavolo una donna francese alta non più di un metro e cinquanta, età sessanta anni circa, storpia e quasi senza capelli. Aiutandosi col bastone ha raggiunto, con l’aiuto del cantante, il microfono e si è messa a cantare. Ebbene, cantò una sola canzone: «Bella ciao», tutta in italiano con il pubblico, una trentina di francesi, che, entusiasta, la accompagnò battendo le mani al ritmo della canzone. La cosa mi commosse fino alle lacrime e corressi il mio pensiero sui francesi: forse non sono così «ostici» come pensavo.

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