Addio a Bonaria Manca, l’«artista pastora» della vita contadina
Artista autodidatta, negli anni aveva trasformato il suo appartamento di Tuscania, nella Tuscia laziale, in un piccolo museo, «La Casa dei Simboli» (che il Mibact aveva inserito tra le case-museo): Bonaria Manca, scomparsa a 95 anni (era nata a Orune, Nuoro, il 10 luglio 1925), su quelle pareti dipinte a mano aveva raffigurato il suo mondo: scene di vita contadina, il mare, le lavandaie al fiume, e poi animali (capre, pecore) e personaggi religiosi e surreali in bilico tra realtà e fantasia: «Un mondo che lei ha vissuto e noi perduto», l’ha ricordata ieri Vittorio Sgarbi. Attraversare quelle stanze è un viaggio dall’infanzia trascorsa nella natia Orune, in Sardegna, fino a Tuscania. dove si era trasferita nel 1957. Le opere dell’«artista pastora» (a sinistra un suo lavoro), come era soprannominata, sono state esposte a Roma, Torino, Viterbo, Cagliari, Parigi, Lione, Ginevra, Marsiglia... Nel 2000 era stata nominata ambasciatrice dell’Unesco; nel 2015 le era stato dedicato il documentario L’Isola di Bonaria di Jo Lattari per la regia di Luigi Simone Veneziano.