Quei giovani al debutto tra malattia e leggerezza
La favola «Sul più bello» in 400 sale. E si parla di remake Usa
Orfana dall’età di tre anni, lontana anni luce dai canoni di bellezza dominanti, malata fin dalla nascita di una patologia che non perdona. Sembra avere tutto contro Marta, diciannovenne protagonista di Sul più bello, evento speciale ieri a Alice nella città. Conquistare il cuore di Arturo, bello e impossibile, sembra impresa al di là della sua portata. Invece la protagonista dell’opera prima di Alice Filippi ha l’ambizione di conquistare anche il cuore del pubblico. Il film arriva in sala mercoledì in 400 copie distribuito da Eagle Pictures che lo ha anche prodotto scommettendo su un gruppo di giovani. Tra tutti la regista (autrice del doc ‘78 . Vai piano ma vinci, già aiuto di Carlo Verdone). E il cast di esordienti a parte Giuseppe Maggio (Arturo): Ludovica Francesconi (Marta), Jozef Gjura, Gaja Masciale, più che i suoi coinquilini, la sua famiglia di fatto e Eleonora Gaggero, la rivale in amore, nonché autrice del romanzo tratto dalla sceneggiatura scritta da Roberto Proia e Michela Straniero. Ventenne anche Alfa, autore della canzone del film.
Si può parlare di malattia, body shaming, diversità, rifuggendo toni patetici e retorica e lanciandosi in un genere, il teen dramedy, poco frequentato dal nostro cinema? Sul più bello ci prova con una discreta dose di coraggio. Una trama semplice, una favola contemporanea a occhi aperti. Colorata, spudorata, piena di fiducia nel futuro e, ancora di più, nel presente. Accettare il qui e ora, anche se imperfetto. È la stessa Marta a dichiarare gli intenti. «Avete presente quei film in cui l’eroina ha una malattia terminale ma nonostante chemio e respiratori è una gnocca spaziale? Ecco non è il mio film». Altrettanto decisa la sua interprete, Ludovica Francesconi. «A tre anni ho capito che avrei fatto l’attrice. Non ci ha fermato neanche la pandemia: cerchiamo di goderci ogni istante».
Questo lo spirito sul set, racconta la regista, nonostante le difficoltà, bloccati causa lockdown in marzo dopo solo un giorno e mezzo di riprese, finite dopo la riapertura. «L’incertezza di questo periodo ci ha aiutato a trovare il tono, leggero e profondo». La
Fondazione Fibrosi Cistica, la patologia di Marta, ha dato il proprio patrocinio al film.
Molto applaudito alla Festa, ora è alla prova della sala. «C’è stata la tentazione di andare in piattaforma — spiega Proia di Eagle Pictures — . Abbiamo fatto una diversa scelta. È interesse di tutti che le sale restino aperte, bisogna riportare il pubblico nei cinema». Intanto l’americana Voltage Pictures sta curando le vendite estere. E i diritti di remake.