Corriere della Sera

B&B coppia gigante Il capolavoro di Marta E Federica s’inchina

Sci e ciclismo nel segno azzurro Un successo di squadra e un’attesa conferma al Giro Bassino brucia Brignone alla prima, Goggia sesta

- Flavio Vanetti

Brignone

Meglio arrivare seconda dietro a un’italiana che a una straniera È un bel messaggio

Bassino

È una vittoria per la mia terra: sono di Borgo S. Dalmazzo, che soffre ancora per l’alluvione

Potere rosa-azzurro. E una valanga in azione. L’Italia femminile dello sci imbraccia la doppietta e centra subito il bersaglio grosso sul ghiacciaio del Rettenbach, sopra Soelden: il gigante della ripartenza della Coppa del Mondo si conclude con un 1-2 nel segno di Marta Bassino e Federica Brignone, separate da 14 centesimi. È un capolavoro definito così già dopo la discesa iniziale e infine è arricchito dal sesto posto in rimonta di Sofia Goggia, frutto di una costanza che cancella la constatazi­one che il piazzament­o nasce anche da regali della concorrenz­a, a cominciare dagli errori di Alice Robinson, trionfatri­ce nel 2019. Marta, tipo tenace ma sensibile, ha un pensiero per il suo Piemonte colpito dalla furia della natura: «Sono di Borgo San Dalmazzo, nel cuneese, una zona che soffre per un’alluvione. La vittoria è per i miei cari ma anche per la mia terra».

Non c’era Mikaela Shiffrin, che ha rinunciato per il mal di schiena, ma forse pure per qualcosa che ancora non gira? Spiace, ma succede. Petra Vlhova sbaglia la prima manche (1’’13 dalla vetta azzurra) e si becca la sgridata di Livio Magoni («Hai fatto schifo»)? Fatti suoi, se non altro le parole del coach l’hanno svegliata nella seconda discesa, tracciata da Daniele Simoncelli. Ma più di lei, più di altri nomi di punta (Gisin, Worley, Holdener) o di giovani emergenti, hanno potuto le nostre due regine, aggressive, precise e, nel secondo round, brave a evitare una trappola sul muro: «Siamo una super-squadra» è la sintesi della Bassino, che secondo Paolo De Chiesa, ex della Valanga Azzurra degli anni 70, «a tratti ha sciato come faceva Marcel Hirscher».

Paragone importante, ora per alimentarl­o servono... otto Coppe del Mondo assolute: «Dai, calma — ride Marta —:adesso punto a ripetere l’ultima bella stagione». Riflession­e: non è più quella che si smarrisce sul più bello, la forza mentale oggi le appartiene.

È il successo numero 93 dell’Italia rosa ed è la quattordic­esima accoppiata nel circo bianco. L’ultima era arrivata nel superG di Rosa Khutor (Russia) del 2 febbraio, con la Brignone davanti alla Goggia. Ma quella precedente in gigante, il 30 novembre 2019 a Killington (Usa), aveva visto lo stesso ordine d’arrivo di questo incipit: Marta prima e Federica seconda nel derby piemontese-valdostano. La Bassino

non ha poi più rivinto e questo è il secondo successo (su 12 podi), mentre per la Brignone è la quarantesi­ma volta tra le top 3. Federica a Soelden avrebbe potuto conquistar­e il sedicesimo primo posto, uno in più di Deborah Compagnoni. Ma il titolo di più vincente in Coppa tra le italiane prima o poi se lo prenderà.

Già, Federica, detentrice della «coppona» e della «coppetta» del gigante. Anche se sconfitta, è contenta: questo è stato «un periodacci­o» e dunque va bene così. «Ricomincia­re non era semplice, avendo la pressione addosso: mi sono piaciuta per l’atteggiame­nto e insieme abbiamo dato un bel messaggio all’Italia». Sofia Goggia al rientro dopo l’incidente di febbraio l’ha esteso alla sua Bergamo (sul casco il disegno di Bergamo Alta), all’Atalanta del compleanno numero centotredi­ci (ma il 4-1 subito a Napoli rovina un po’ tutto...) e a se stessa, ripensando anche ai dubbi primaveril­i: «Mi sentivo tesa, ma poi ho provato di nuovo la gioia dello sci. E mi sono detta: “Che cosa mi sono persa...”».

Nel gigante femminile potremmo presto riavere un tridente d’attacco e magari una concorrenz­a interna per i grandi traguardi. Marta Bassino, adesso i sogni lievitano? «Alt, un passo alla volta. Per ora sono orgogliosa di me stessa». La calma e il pragmatism­o da piemontese.

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(Getty/Afp) Federica Brignone, Marta Bassino e Filippo Ganna
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Che tris

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