Corriere della Sera

Le salite richiedono attaccanti coraggiosi Un Nibali alla Froome

- Marco Bonarrigo

Il primo esame di montagna del Giro 103 è uno scioglilin­gua: il Chianzutan da Anduins, il Rest da Chiaicis, la Barzana da Navarons. Quando si tratta di salite (e Giro) il Friuli non delude mai. E oggi a selezionar­e i favoriti nei 170 chilometri prima del pantaniano Piancavall­o (14,5 chilometri all’8%) saranno tre salite sconosciut­e e impronunci­abili. Un piano inclinato regolare di 11 chilometri, un ottovolant­e di 14, un doppio crinale di 13 che si indurisce progressiv­amente nel finale.

Illusioni vietate: senza attacchi ad alto rischio di esplosione (vedi Froome due anni fa sul Finestre) la 15ª tappa si giocherà tutta a Piancavall­o. Dove la Deceuninck del roseo Almeida potrà isolare gli inseguitor­i, dal più pericoloso (Kelderman) ai più lontani in classifica: Bilbao, Mcnulty, Nibali, Majka e Pozzovivo. Le sorprese dopo le crono (diverse le fibre muscolari utilizzate, differenti le risorse energetich­e, i rapporti, le modalità di recupero) non sono rare. E da ciascuno dei 7/8 uomini ancora in lotta per il podio ci si possono aspettare conferme delle forma esibita alla vigilia o crolli. Nel 2018 l’apparentem­ente imbattibil­e Simon Yates si squagliò dopo la superba crono di Rovereto mentre il moribondo Chris Froome risorse (e vinse) cinque giorni dopo il mezzo disastro di Sappada. A Nibali, per una volta, non spiacerebb­e fare il Froome.

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