Corriere della Sera

Speranza: in calo l’indice Rt La partita è dura, no a leggerezze

Il responsabi­le della Salute: «Le misure iniziano a dare degli effetti Il 2 dicembre presenterò in Parlamento il piano sulle vaccinazio­ni»

- di Monica Guerzoni

Roberto Speranza non si stanca di lanciare appelli a «non abbassare la guardia». Ma se fino a pochi giorni fa i suoi ragionamen­ti erano ispirati alla preoccupaz­ione più estrema, ora il ministro della Salute apre spiragli all’ottimismo: «Dobbiamo resistere ancora per alcuni mesi, ma il Covid verrà sconfitto grazie alla ricerca scientific­a». Intervista­to dal direttore Luciano Fontana durante il talk online «La sanità futura tra innovazion­e e ricerca», organizzat­o da Rcs Academy con il Corriere Salute, Speranza ha urgenza di dire due verità, in apparente contraddiz­ione. La situazione è «molto seria, con una pressione significat­iva sul Sistema sanitario nazionale e un numero di decessi che non può non colpirci». L’altra verità è che la prossima settimana l’indice Rt potrebbe scendere sotto l’1, segno che «le misure adottate stanno iniziando a dare degli effetti».

Se per molti è il momento di riaprire tutto, Speranza esorta a non «commettere leggerezze e fughe in avanti», un monito che sembra rivolto prima di tutto al governo di cui fa parte. «Non possiamo permetterc­i un’altra ondata all’inizio del 2021, deve rimanere la massima prudenza. La partita è ancora molto dura». Con questo spirito Speranza affronterà oggi il vertice sulle regole di Natale con il premier Conte e i capi delegazion­e, dove si batterà per alcune «inevitabil­i» limitazion­i: «Mi piacerebbe dire che si può riaprire tutto, ma i problemi non sono risolti. Non dimentichi­amo quanto avvenuto in estate quando parte del Paese ha pensato che la battaglia fosse vinta». I viaggi, le discoteche e poi la seconda ondata, col suo doloroso carico di vite spezzate: «Stiamo pagando un prezzo salato. Finché non avremo cure certe e un vaccino approvato, l’unica arma sono misure che comportano sacrifici».

Fosse stato per lui i dossier del Natale e delle vacanze sulla neve sarebbero ancora chiusi. Ma adesso che il dibattito è esploso («è legittimo e lo rispetto molto») Speranza è determinat­o a scongiurar­e allentamen­ti: «Il quadro è molto severo e necessita della massima prudenza». La politica, è il messaggio, deve decidere sulla base dei dati scientific­i. Vale per lo sci e vale per la scuola, sulla cui chiusura la sua linea del rigore è stata fortemente condiziona­nte. Se la ministra Lucia Azzolina si batte per far tornare medie e licei in presenza il 9 dicembre, lui ci va molto cauto: «Valuteremo giorno per giorno i dati e proveremo a capire come il contesto epidemiolo­gico ci consentirà di gestire una funzione fondamenta­le del nostro Paese».

Adesso per Speranza la «priorità assoluta» è il Piano strategico per le vaccinazio­ni contro il Covid-19, «una partita fondamenta­le». Il 2 dicembre lo presenterà in Parlamento e dirà che «grazie all’iniziativa europea promossa dall’Italia» numerosi contratti sono stati o saranno a breve sottoscrit­ti: «Questo ci metterà nelle condizioni di avere il 13,65% di tutti i vaccini che saranno acquistati in sede europea». È lo Stato che compra le dosi, non le Regioni. Quanto all’affidabili­tà, ha fiducia nelle agenzie Aifa e Ema: «Verranno fatte tutte le verifiche affinché il vaccino sia efficace e sicuro e noi dovremo lavorare per costruire una campagna di vaccinazio­ne molto larga, che ci consentirà di aprire una fase diversa».

Ha fretta di voltare pagina e chiudere «con la stagione dei tagli». Il piano che ha già presentato al Parlamento ha bisogno (anche) dei soldi del Mes. Se i 5 Stelle quei 37 miliardi non li vogliono, il ministro li invoca per «aprire una nuova grande stagione di investimen­ti sul Ssn» e realizzare un modello nuovo di spesa sanitaria, dove la casa diventa «il primo luogo di cura». Nel dl Rilancio la copertura per l’assistenza domiciliar­e è passata dal 4% al 6,7% e l’obiettivo è arrivare al 10%: «Vorrei che l’Italia fosse il primo Paese europeo per assistenza domiciliar­e». Una rivoluzion­e, per non sprecare la «grande opportunit­à» che questa drammatica crisi ci offre.

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Roberto Speranza, 41 anni, ministro della Salute nel secondo governo Conte
Leu Roberto Speranza, 41 anni, ministro della Salute nel secondo governo Conte

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