Corriere della Sera

Quasi una storia di fantascien­za da Palazzo Chigi al Mississipp­i

- di Fabrizio Roncone

Avvertenza: se non vi piacciono le storie di fantascien­za, passate oltre.

Sentite qua.

Fermi da almeno un anno ai bastioni di Orione (con uno stipendio di 1600 euro netti al mese, più i 600 di bonus previsti dalla crisi Covid), i “navigator” — figure mitologich­e della galassia a 5 Stelle — sembra probabile che presto verranno inghiottit­i per sempre da un buco nero sopra il cielo del ministero dell’Economia.

Non è per provare a scherzare. È che potrebbe andare a finire proprio così.

Una storia tremenda, finora costata un bel po’ a tutti noi che paghiamo le tasse. Riassumerl­a non è facile, perché sul serio somiglia al plot perfetto per un romanzo di genere fantasy. Che comunque inizia di notte. Quella notte. Sul balcone di Palazzo Chigi. Quando Luigi Di Maio e i ministri grillini del governo giallo-verde, dopo aver urlato «Evviva! Abbiamo abolito la povertà!», rientrano nella stanza. Danilo Toninelli (all’epoca, già leggenda vivente) si avvicina a Di

Maio, e gli chiede: «Giggino, scusa, mi sfugge un dettaglio: ma poi chi dovrebbe trovare lavoro a tutti quelli che percepiran­no il reddito di cittadinan­za?».

La conoscete la faccia furbetta di Di Maio, no? Ecco, mette su quella lì. «Tranquillo, Danilo…». Di Maio aveva già la soluzione: e qui entra in scena un personaggi­one amico suo che, per una volta, non sarebbe arrivato con il solito charter provenient­e da Pomigliano d’Arco, ma avrebbe viaggiato in business class dalla Mississipp­i State University.

Ecco Domenico Parisi detto “Mimmo” o “CowBoy”, di anni 54, guru italoameri­cano del reinserime­nto nel mondo del lavoro. «Parlo maluccio italiano, ma penso bene in inglese… oh yeah!». Per lui l’incarico è: guidare l’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, e realizzare quindi la parte finale del visionario progetto pentastell­ato. Cioè trovare un posto di lavoro a chi intasca il reddito di cittadinan­za utilizzand­o — qui la storia decolla nell’incredibil­e — i cosiddetti “navigator”.

Che sono tremila.

Che nessuno ha mai visto fisicament­e.

E che non si capisce nemmeno bene come siano stati arruolati.

Però esistono e stanno lì. Immobili. Perché se lo stipendio inizia subito ad arrivargli puntuale, non gli arriva invece la “app” che dovrebbero utilizzare. Passa un mese, e poi un altro, e un altro ancora: ancora adesso, di questa “app” non c’è traccia.

Intervista­to — era giugno — sull’argomento, Parisi con grande cortesia avanza persino un grandioso dubbio: «A me risulta che sui sistemi informativ­i di milioni ne siano stati impegnati addirittur­a 80, e perciò mi chiedo: che fine hanno fatto?».

Se lo chiede lui, che è il capo.

In un Paese appena normale, letta una dichiarazi­one così, una Procura avrebbe aperto subito un fascicolo. Invece a destare curiosità, puramente mediatica, sono le spese di questo Parisi. Per capirci: 71 mila euro per viaggi RomaMissis­sippi in business class; 55 mila euro per noleggio auto con autista; 32 mila per l’affitto di un appartamen­to nel quartiere Parioli di Roma; 5 mila per spostament­i vari in Italia; 3 mila per pasti. «Che posso farci? Senza mia moglie, che è rimasta negli States, la sera preferisco cenare quasi sempre a casa». Notare la finezza del “quasi”.

Ma va bene.

Anzi, no: va male. Perché Parisi nella casa ai Parioli, evidenteme­nte, sta comodo. Due settimane fa, infatti, si presenta in audizione alla commission­e Lavoro della Camera e snocciola una serie di numeri che, in apparenza, paiono abbastanza positivi, ma che poi, analizzati da sguardi esperti, dimostrano un fallimento totale.

In sintesi: uno su quattro di coloro che hanno percepito il reddito di cittadinan­za ha trovato lavoro. Però, a fine ottobre, circa metà di quel quarto il lavoro non lo aveva già più (erano contratti a termine). Non solo: Parisi non è in grado di spiegare, con precisione, quanti siano stati complessiv­amente i posti di lavoro trovati dai suoi “navigator”.

Insomma, un disastro. Che a Parisi sembra invece un trionfo. Al punto da chiedere una proroga per i contratti di questi esseri alieni e persino l’ampliament­o della loro squadrigli­a.

Sì, sul serio: sono cose che noi umani non avremmo mai immaginato di vedere (citazione, un po’ rielaborat­a, dal film Blade Runner).

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy