Corriere della Sera

«In tribunale le donne sono colpevoliz­zate Così calano le denunce» L’avvocatess­a Rossi: il lockdown fa aumentare la paura

- Alessandra Arachi

Pompilia Rossi, componente comitato pari opportunit­à dell’Ordine degli avvocati di Roma, secondo lei il lockdown aumenta la violenza sulle donne?

«Sì, anche se apparentem­ente su questo tema ci sono due dati contrastan­ti».

Dati contrastan­ti? Quali sono?

«Le denunce e le richieste di aiuto telefonich­e».

Ovvero?

«Al telefono delle donne “Dire” che gestiscono i centri antiviolen­za le richieste di aiuto sono aumentate del 191%, mentre nei tribunali risultano diminuire le denunce».

Come si possono spiegare questi due dati?

«Sempliceme­nte. Nella convivenza forzata le donne hanno più paura a denunciare. Un conto è alzare un telefono. Un altro conto è uscire di casa e andare a fare la denuncia. Ma non è la cosa più grave che succede alle donne vittime di violenza».

Qual è l’altra?

«A parte la violenza assistita, che è quella che coinvolge i figli minori di una coppia».

Cosa intende per violenza assistita?

«I figli che assistono alla violenza della madre e che davanti a questa si sentono impotenti e provano un senso di colpa che può comportare anche gravi disturbi».

È una cosa grave?

«Ce ne è un’altra ancora più grave, se è possibile».

Quale?

«L’atteggiame­nto dei nostri tribunali civili italiani nei confronti delle donne vittime di violenza».

Quale atteggiame­nto?

«Un atteggiame­nto di sottovalut­azione messo in risalto da un organismo del Consiglio d’Europa — che si chiama Grevio — e che rende le donne vittime di violenza, vittime due volte».

In che modo succede questo?

«Quando la donna denuncia la violenza, spesso — troppo spesso — nelle aule dei tribunali la sua denuncia viene derubricat­a a conflitto familiare e la donna viene colpevoliz­zata, le viene imputato di voler fare questa denuncia alla fine soltanto per non fare vedere il figlio al padre. Questo atteggiame­nto porta anche a decisioni estreme da parte del tribunale».

Quali?

«La più grave è l’alienazion­e della responsabi­lità genitorial­e. Così la donna che ha già dovuto trovare tutte le sue forze per arrivare in tribunale, si trova vittima della sua stessa denuncia. Trovo tutto questo di una gravità estrema, ma non se ne parla quasi mai».

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