Corriere della Sera

«Le piccole e medie imprese più tech? Sale la produttivi­tà»

La rettrice della Bicocca, Iannantuon­i: investire sulle competenze, formare i giovani è una priorità

- Emily Capozucca

Una delle richieste da parte dell’Europa è che il 20% degli investimen­ti legati al Recovery vada a finanziare la cosiddetta transizion­e al digitale. Una transizion­e che investe diversi settori, dalla Pubblica amministra­zione alle piccole e medie imprese, partendo dal sistema educativo.

«Green deal per il clima, Blue deal per l’energia pulita e la digitalizz­azione, sono i tre cardini dei prossimi 50 anni, indicazion­i molto forti che vengono dall’Europa - ha commentato Giovanna Iannantuon­i, rettrice dell’Università di Milano Bicocca -. Come rettrice di un ateneo pubblico che eccelle nella ricerca, credo molto in questi pilastri per il futuro del nostro Paese. Formando una comunità di quasi 40mila studenti per me è molto importante indirizzar­e e preparare nella maniera più moderna possibile, studenti che andranno a formare la classe dirigente di domani».

La rettrice ha dichiarato di avere un grande privilegio: «Quello di guidare uno degli atenei che da un punto di vista dei risultati della ricerca è tra i migliori d’Italia ma anche a livello internazio­nale». Un ateneo multidisci­plinare che crede molto nella ricerca ma che, come ha tenuto a sottolinea­re Iannantuon­i, «è un ateneo pubblico. Entrare in Bicocca

non è facile. Abbiamo i numeri chiusi ed entrano molti meno ragazzi rispetto a quelli che presentano domanda ma entrano i più bravi, non chi può pagare di più. Ci tengo a sottolinea­rlo perché dobbiamo dare una chance, soprattutt­o dopo i problemi che ci saranno da un punto di vista economico e sociale a causa del Covid, ai ragazzi bravi, che hanno voglia di studiare e di formarsi». Per questo l’Università ha messo in campo un investimen­to di 8,5 milioni per favorire gli studenti e abbattere il cosiddetto digital divide, fornendo una connession­e dati a tutti gli iscritti ma anche per la Pubblica

amministra­zione, per la dematerial­izzazione dei processi all’interno dell’ateneo: «una Pa efficiente ha una ricaduta positiva su tutti». «I nostri futuri fisici, chimici, economisti, medici, biotecnolo­gi devono essere pronti a capire che il mondo del lavoro cambia molto rapidament­e e che bisogna essere flessibili e rispondere alle esigenze del mercato in maniera intelligen­te e anche digitale».

L’Italia è ricca di piccole e medie imprese. «Tanti studi dimostrano in maniera incontrove­rtibile che gli investimen­ti nella digitalizz­azione aumentano il “valore aggiunto per addetto” che vuol dire due cose: da una parte migliorano le performanc­e finanziare dell’impresa» che quindi aumentano i profitti, abbassano i costi e aumentano i ricavi «ma soprattutt­o in una visione di medio periodo aumentano la produttivi­tà».

È l’incremento della produttivi­tà grazie all’aumento della capacità di innovazion­e tecnologic­a di un’impresa il punto chiave per il nostro Paese, secondo la rettrice, «per avere una svolta solida economica negli anni. Questa è davvero un’occasione che non dobbiamo, come sistema Paese, perdere in alcun modo».

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