«Le piccole e medie imprese più tech? Sale la produttività»
La rettrice della Bicocca, Iannantuoni: investire sulle competenze, formare i giovani è una priorità
Una delle richieste da parte dell’Europa è che il 20% degli investimenti legati al Recovery vada a finanziare la cosiddetta transizione al digitale. Una transizione che investe diversi settori, dalla Pubblica amministrazione alle piccole e medie imprese, partendo dal sistema educativo.
«Green deal per il clima, Blue deal per l’energia pulita e la digitalizzazione, sono i tre cardini dei prossimi 50 anni, indicazioni molto forti che vengono dall’Europa - ha commentato Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università di Milano Bicocca -. Come rettrice di un ateneo pubblico che eccelle nella ricerca, credo molto in questi pilastri per il futuro del nostro Paese. Formando una comunità di quasi 40mila studenti per me è molto importante indirizzare e preparare nella maniera più moderna possibile, studenti che andranno a formare la classe dirigente di domani».
La rettrice ha dichiarato di avere un grande privilegio: «Quello di guidare uno degli atenei che da un punto di vista dei risultati della ricerca è tra i migliori d’Italia ma anche a livello internazionale». Un ateneo multidisciplinare che crede molto nella ricerca ma che, come ha tenuto a sottolineare Iannantuoni, «è un ateneo pubblico. Entrare in Bicocca
non è facile. Abbiamo i numeri chiusi ed entrano molti meno ragazzi rispetto a quelli che presentano domanda ma entrano i più bravi, non chi può pagare di più. Ci tengo a sottolinearlo perché dobbiamo dare una chance, soprattutto dopo i problemi che ci saranno da un punto di vista economico e sociale a causa del Covid, ai ragazzi bravi, che hanno voglia di studiare e di formarsi». Per questo l’Università ha messo in campo un investimento di 8,5 milioni per favorire gli studenti e abbattere il cosiddetto digital divide, fornendo una connessione dati a tutti gli iscritti ma anche per la Pubblica
amministrazione, per la dematerializzazione dei processi all’interno dell’ateneo: «una Pa efficiente ha una ricaduta positiva su tutti». «I nostri futuri fisici, chimici, economisti, medici, biotecnologi devono essere pronti a capire che il mondo del lavoro cambia molto rapidamente e che bisogna essere flessibili e rispondere alle esigenze del mercato in maniera intelligente e anche digitale».
L’Italia è ricca di piccole e medie imprese. «Tanti studi dimostrano in maniera incontrovertibile che gli investimenti nella digitalizzazione aumentano il “valore aggiunto per addetto” che vuol dire due cose: da una parte migliorano le performance finanziare dell’impresa» che quindi aumentano i profitti, abbassano i costi e aumentano i ricavi «ma soprattutto in una visione di medio periodo aumentano la produttività».
È l’incremento della produttività grazie all’aumento della capacità di innovazione tecnologica di un’impresa il punto chiave per il nostro Paese, secondo la rettrice, «per avere una svolta solida economica negli anni. Questa è davvero un’occasione che non dobbiamo, come sistema Paese, perdere in alcun modo».