Lotito tre ore in Procura, è guerra di perizie
Il n.1 della Lazio non è indagato: al centro dell’inchiesta 18 discordanze sui tamponi
È arrivato in Procura ad Avellino alle due del pomeriggio e ci è rimasto più di tre ore. Davanti a Lotito c’erano il procuratore aggiunto Vincenzo D’Onofrio, titolare dell’inchiesta sul centro Futura Diagnostica del capoluogo irpino, e i tre pm che indagano sui tamponi effettuati dal laboratorio per conto della Lazio, Teresa Venezia, Vincenzo Toscano e Luigi Iglio. Il presidente del club è stato ascoltato come persona informata dei fatti. Gli è stato chiesto tutto quello che riguardava i suoi rapporti con il laboratorio nel tentativo di chiarire meccanismi, situazioni, motivi della scelta. Secondo fonti vicine a Lotito, non è stato toccato alcun argomento che possa comportare eventuali responsabilità personali oppure della società. «Del resto la Lazio ha fermato ogni calciatore risultato positivo», ha detto Gian Michele Gentile, legale del presidente.
L’unico indagato, per il momento, è Massimiliano Taccone, presidente del cda di Futura Diagnostica, nei confronti del quale si ipotizzano i reasecondo ti di falso, frode in pubbliche forniture e epidemia colposa. Lotito è stato convocato in seguito alla consegna dei nuovi esami sui tamponi della Lazio, che sono stati riprocessati dalla virologa Maria Landi, incaricata dalla Procura. La perizia ha riguardato 95 tamponi eseguiti su calciatori, familiari e membri dello staff il 6 novembre, a due giorni dalla partita con la Juve. Gli esiti sono stati discordanti in ben 18 casi, che secondo il laboratorio di Avellino sarebbero stati negativi mentre la perizia ha rilevato essere positivi.
Si va verso una vera e propria guerra di perizie. Il legale di Futura Diagnostica, Innocenzo Massaro, in mattinata ha consegnato in Procura una memoria della consulente del laboratorio, Marilina Scalone, la quale la difformità sarebbe dovuta al tempo trascorso tra il prelievo e il secondo esame (4 giorni anziché 3), alla conservazione dei tamponi e soprattutto ai cicli di amplificazione. L’avvocato di Lotito è convinto che manchi chiarezza: «È una materia nuova: la scienza non è preparata, i laboratori non sono preparati. Così, se Immobile un giorno fa tre tamponi, a due risulta positivo e a uno negativo». Per questo, secondo lui, mentre il Campus Biomedico di Roma il 6 novembre ha rilevato la contagiosità del centravanti, di Leiva e di Stakosha, ad Avellino i tre risultavano negativi. E al riesame della perita della Procura solo il portiere era positivo.