I bonus di Conte sono finiti
Il tecnico non rischia, almeno per ora. Sul futuro non ci sono certezze: «Se non mangerò il panettone significa che non l’avrò meritato»
Alla domanda del giorno la risposta è una: no. L’Inter non ha nessuna intenzione di esonerare Antonio Conte. Poi di altre questioni ne arrivano a pioggia e lì le riposte non sono più così secche. La sconfitta con il Real Madrid ha compromesso le chance di qualificazione agli ottavi di Champions. Per farcela i nerazzurri devono vincere le prossime due partite e sperare che la formazione di Zidane batta il Borussia. Gli eventuali calcoli sono rinviati a martedì, dopo il match con i tedeschi. Va capito se la stessa squadra surclassata dal Real Madrid è in grado di riprendere un cammino diverso, di certo i bonus sono terminati.
Conte ai giocatori l’ha detto negli spogliatoi dopo il k.o. con il Real: la sconfitta è pesante, ma la stagione non è finita, c’è molto su cui lavorare e molto ancora da guadagnare. Una sorta di chiamata alle armi, un’invocazione a non mollare mai, a invertire la rotta, senza far drammi.
Sul banco degli imputati siede lui. Il tecnico da 12 milioni deve dare una svolta a una stagione che s’è infilata in una brutta piega. «C’è da lavorare tanto, ma se non mangerò il panettone si vede che non l’avrò meritato. Se la squadra mi rema contro? È una domanda stupida», ha ribattuto a Striscia la Notizia ricevendo il Tapiro. A Natale Conte arriverà.
L’eliminazione in Champions sarebbe un fardello pesante da trascinare. Costerebbe 10 milioni in mancati introiti, andrebbero a sommarsi a un passivo superiore ai 100 che oggi l’assemblea degli azionisti ratificherà. Al di là dei numeri e delle previste comunicazioni ufficiali del presidente Zhang, l’Inter è una macchina inceppata.
Contro il Real la formazione titolare aveva solo due giocatori diversi rispetto alla stagione scorsa, Hakimi e Vidal, entrambi disastrosi. La preparazione striminzita non spiega tutto, la sfortuna neppure, gli impegni con le Nazionali neanche. La flessione da fine ottobre è lampante, le gare con Torino e Real Madrid lo testimoniano. Non è da Inter perdere in modo remissivo.
Il cileno è la scommessa di Conte e finora non ha pagato. Il centrocampista sarà multato per l’espulsione, ma al di là dei provvedimenti, sono da capire i motivi dell’involuzione: trascinatore nella Juventus, non è fiorito all’Inter. Le prestazioni di Vidal sono una puntura per l’allenatore, come la gestione di Christian
Eriksen. Il danese è sul mercato, l’ha certificato pure Marotta e i miseri 4 minuti giocati con il Real. Finché resterà sarà una presenza ingombrante per Conte, costretto a difendersi dal fuoco per i risultati che non arrivano e l’utilizzo di un unico modulo. I tifosi, soprattutto quelli di memoria corta, ne chiedono le dimissioni. L’allenatore non ci pensa proprio, convinto di poter uscire dalla situazione e lottare per il campionato. La delusione è di tutti, squadra, tecnico e club, la convinzione però è di essere un solo punto dietro la Juve. Certo domani a Sassuolo l’Inter non può sbagliare. I recuperi di Brozovic, tornato negativo, e Sensi daranno maggiori alternative a Conte. Vincere è l’unica medicina per curare l’Inter malata, per il funerale c’è tempo.