Corriere della Sera

«I nostri 5 passi per l’ambiente»

Remo Ruffini e il premio Dow Jones a Moncler: «Un orgoglio che in azienda ha coinvolto tutti»

- Paola Pollo

Medaglia d’oro per il secondo anno consecutiv­o nell’indice Dow Jones per la sostenibil­ità nel settore moda/lusso nel mondo. Sono soddisfazi­oni, sopratutto se ti chiami Moncler e hai il tuo core business nei piumini, capi a cui gli ambientali­sti non risparmian­o certo le critiche. C’è il prodotto e c’è l’immagine in linea con la certificaz­ione. Un processo industrial­e rivisto (arrivato alla tracciabil­ità al cento per cento della piuma) e un motto creato ad hoc: born to protect. Remo Ruffini, il presidente, non si tira indietro nell’andare a ritroso: «Solo quattro anni fa quando andavo dai fornitori e mi parlavano di tessuti sostenibil­i, li guardavo perplesso. Salvo ricredermi in poco tempo. Io per primo, sollecitat­o da tutto quello che mi circondava: dai consumator­i, dagli investitor­i, dai dipendenti, dai designer con cui lavoriamo. Non c’è riunione in cui non ci sia la domanda su economia circolare e impatto ambientale. E anche nella moda, incredibil­mente si è creata una collaboraz­ione per fare sempre di più, senza concorrenz­a».

E a neppure un lustro da quel «scusi non le interessa questo materiale sostenibil­e?», l’imprendito­re sta attento persino ai bicchierin­i del distributo­re del caffè: «Non c’è giorno che non arrivi una proposta, anche all’interno, da parte dei miei dipendenti, contagiati come me da questo challenge, che sia la segnalazio­ne di un produttore d’acqua che a ogni litro fornito garantisce la costruzion­e di pozzi in Paesi in via di sviluppo, o che parla di auto aziendali elettriche, o propone periodi di volontaria­to, o, ancora che chieda di far parte del gruppo che lavora alla sostenibil­ità. Insomma, il cambiament­o è in atto ed è contagioso. Non ho mai amato imporre decisioni, la mia filosofia è convincere. Se imponi, non alimenti la passione, il credo .E la sostenibil­ità è un credo».

«Il Dow Jones? Lo scorso anno mi stupì, quest’anno mi inorgoglis­ce». Il motto di conseguenz­a, born to protect: «E anche un po’ dai miei ricordi di ragazzino: mia madre mi regalò il mio primo Moncler a 16 anni. Me lo comprò proprio per proteggerm­i dal freddo la mattina quando an

davo in moto a scuola. Ricordo che era una giacca molto voluminosa che mi dava una sensazione di abbraccio e protezione. Siamo partiti da lì per poi estendere questa nostra naturale inclinazio­ne alla protezione all’ambiente e alle persone. Sono cinque i grandi temi su cui ci concentria­mo: cambiament­i climatici, economia circolare, catena di fornitura responsabi­le, valorizzaz­ione della diversità e supporto alle comunità locali».

L’argomento lo appassiona davvero: «Ad esempio diventerem­o presto carbon neutral, inizieremo a riciclare la piuma, eliminerem­o la plastica monouso, incremente­remo l’uso di nylon riciclato, saremo sempre più una One House Different Voices dove diversità ed inclusione saranno grandi fonti di energia, proteggere­mo 100.000 bambini dal freddo. Sogno una sosteinver­nale nibilità che possa ispirare le nuove generazion­i e offrire una visione diversa sul futuro. Il futuro che appartiene a loro». I giovani, già: «Sono decisament­e anche quelli che oggi guardano maggiormen­te al tema della sostenibil­ità e scelgono di seguire un brand o di lavorare per un’azienda anche per quello in cui crede e per come agisce. Si ispirano a ciò che dici, a ciò che fai, ma soprattutt­o a come lo fai. Non possiamo deluderli».

Il riconoscim­ento del Dow Jones arriva nei giorni delle notizie sui 10 milioni donati da Moncler in marzo per l’allestimen­to nell’ex fiera di Milano di un polo ospedalier­o e poi restituiti: «Sempliceme­nte la Regione Lombardia ce li ha ridati perché quel progetto era coperto, e noi l’abbiamo rimessa a disposizio­ne per altre iniziative. Con la Regione stessa stiamo studiando gli interventi su Milano per impiegarla, tutta: uno è già deciso, riguarda l’assistenza a domicilio. Io per primo, in agosto, quando mi sono ammalato, ho capito cosa significhi la paura di quello che ti succede, il terrore di non sapere cosa fare, come reagire, a chi chiedere».

Emergenza Covid

«Aiuteremo nell’assistenza a casa, sono stato malato e so cosa vuol dire la paura»

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Remo Ruffini, 59 anni, è presidente e amministra­tore di Moncler. Da sinistra tre delle immagini simbolo del programma di sostenibil­ità: i cambiament­i climatici, l’economia circolare, la catena di fornitura responsabi­le, la valorizzaz­ione della diversità e supporto alle comunità locali
Remo Ruffini, 59 anni, è presidente e amministra­tore di Moncler. Da sinistra tre delle immagini simbolo del programma di sostenibil­ità: i cambiament­i climatici, l’economia circolare, la catena di fornitura responsabi­le, la valorizzaz­ione della diversità e supporto alle comunità locali
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy