Corriere della Sera

Cabrini: «Fosse stato nella Juve ora Diego sarebbe ancora vivo» Poi Antonio si scusa

- Antonio Castaldo

«Maradona sarebbe ancora vivo se all’epoca fosse stato della Juve e non del Napoli». Antonio Cabrini (foto) ha oggi 63 anni, e negli anni 80 era protagonis­ta sul campo da gioco. A suo avviso, Napoli, la città ribollente e l’affetto «malato» dei tifosi avrebbero segnato il destino del campione argentino. In un’intervista a Irpinia Tv, il terzino per 13 stagioni in bianconero ha definito Diego «una leggenda vivente e un avversario gentiluomo, che come tanti altri fuoriclass­e ha saputo dare nello stesso tempo il meglio e il peggio. Da noi alla Juve l’ambiente lo avrebbe salvato, non la società ma proprio l’ambiente. L’amore di Napoli è stato tanto forte e autentico quanto, ribadisco, malato». Parole che hanno sollevato polemiche, soprattutt­o sui social network. Tanto che, nel pomeriggio, Cabrini ha precisato: «Il mio non era un giudizio morale, parlavo dell’energia di una città che non poteva contenere tutta questa passione». Il terzino azzurro, campione del Mondo 1982, ha ricordato

anche la sfida di Barcellona, quando un suo gol fu decisivo per la vittoria sugli argentini: «Maradona era imprendibi­le, immarcabil­e e Bearzot decise di affidarlo a Gentile. Ma fu comunque un lavoro di squadra, perché se soltanto gli lasciavi toccare la palla, non lo riprendevi più». Un vero incubo, al punto che il c.t. impartì ai suoi il celebre ordine di servizio: «Inseguitel­o anche in bagno».

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