Corriere della Sera

I dubbi del Colle sul rimpasto di governo E Conte apre: 6 manager per i fondi Ue

Sei manager per decidere sul Recovery fund. La difesa del governo: rivederlo? Fuori dal mondo

- di Marco Galluzzo e Marzio Breda Meli

Una squadra per gestire i fondi europei. Il premier Giuseppe Conte definirà la governance che comprender­à anche sei manager. Sull’ipotesi rimpasto di governo la resistenza del M5S. E affiorano anche i dubbi del Quirinale per i timori di una crisi aperta in piena pandemia. E in ogni caso servirebbe un passaggio alle Camere.

È un dato tecnico e insieme politico. Sulla gestione dei fondi europei del Recovery fund, di cui all’Italia spetta la fetta maggiore con ben 209 miliardi di euro fra prestiti e finanziame­nti a fondo perduto, si comincia a definire meglio l’assetto gestionale, di interlocuz­ione con la Commission­e di Bruxelles e l’attuazione, anche poteri in deroga rispetto alla legislazio­ne vigente, dei soggetti competenti.

Giuseppe Conte infatti in qualche modo apre alle richieste della maggioranz­a, in primo luogo Pd e Italia viva, e si fa strada una gestione meno accentrata a Palazzo Chigi dei finanziame­nti che l’Italia dovrebbe ricevere dalla Ue, nei prossimi anni, come risposta di ripresa economica dopo il Covid.

Al termine del vertice di maggioranz­a con i capidelega­zione dei partiti e i ministri dell’Economia e degli Affari europei, Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola, si fa strada la definizion­e di una struttura piramidale con una gestione e supervisio­ne politica, in capo a Palazzo Chigi, ma affiancata da una sorta di comitato tecnico esecutore, guidato da 6 manager indipenden­ti.

Ed è indubbiame­nte anche una svolta politica quella che emerge, anche se ancora interlocut­oria, dal vertice di maggioranz­a: i finanziame­nti del Recovery fund dovrebbero essere gestiti sia dal Comitato interminis­teriale affari europei, guidato al ministro Enzo Amendola, sia da una cabina di regia politica che farebbe capo al premier Conte, al ministro dell’Economia, e a quello dello Sviluppo economico. Ma affiancati da un comitato esecutivo o una struttura di missione, costituita da manager, probabilme­nte 6, ovvero il numero di macroproge­tti a cui dovrebbero essere destinate le risorse.

I manager dovrebbero essere scelti dal governo ma dovrebbero anche avere poteri eccezional­i, essere responsabi­li degli obiettivi del Recovery con deleghe in deroga alla legislazio­ne vigente. E sarebbero coadiuvati da una task force di 300 persone. L’assetto della governance del Recovery fund dovrebbe poi essere definito con una norma inserita nella legge di Bilancio, una sorta di maxi emendament­o che dovrebbe chiarire e definire proprio la catena di comando dei fondi europei.

Sul fronte interno alla maggioranz­a invece filtra direttamen­te da Palazzo Chigi un netto stop ad ogni ipotesi o indiscrezi­oni di revisione della squadra di governo. Giuseppe Conte infatti non ha mai preso seriamente in consideraz­ione l’idea di un rimpasto, le indiscrezi­oni che sono circolate, le aspirazion­i di alcuni esponenti della maggioranz­a di affiancars­i a lui nella veste di vicepremie­r: almeno così fa dire al suo staff, per smentire le voci di una trattativa a cui sarebbe disponibil­e insieme a Pd ed Italia viva.

Insomma di fronte a tutto quello che si agita intorno alla maggioranz­a, al suo ruolo, eventualme­nte da correggere, di presunto accentrato­re di poteri, della necessità di un tagliando e di una revisione degli assetti della compagine di governo dopo l’approvazio­ne della legge di Bilancio, per il presidente del Consiglio c’è solo una replica al momento possibile: «Smentisco tutto in modo categorico, una cosa sono le aspirazion­i di alcuni, del tutto legittime, un’altra sono i dati di fatto».

Una posizione che viene pienamente supportata anche dai Cinque Stelle: «In questi giorni noto come le parole rimpasto e messa in discussion­e del governo siano sempre più ricorrenti, anche da parte di esponenti delle forze di maggioranz­a. Chi ne parla mi sembra fuori dalla realtà», afferma, in un post su Facebook il capo politico del M5S Vito Crimi. «Siamo nel pieno di una tempesta. In questa pandemia abbiamo superato i 50mila morti, contiamo più di 800 decessi al giorno. Non c’è settore del nostro Paese che non sia soggetto ad un fortissimo stress. Dobbiamo approvare la legge di bilancio più importante degli ultimi decenni. Chi dinnanzi a tutto questo parla di rimpasto, è fuori dal mondo». Parole nette, che insieme alla posizione di Conte, mettono fine, al momento, alle aspirazion­i del Pd e di Italia viva.

 ??  ?? Palazzo Chigi Giuseppe Conte, 56 anni, premier dall’1 giugno 2018: il primo governo è durato fino al 20 agosto 2019, l’attuale è in carica dal 5 settembre 2019
Palazzo Chigi Giuseppe Conte, 56 anni, premier dall’1 giugno 2018: il primo governo è durato fino al 20 agosto 2019, l’attuale è in carica dal 5 settembre 2019

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