Corriere della Sera

Sankt Moritz, solo 200 turisti sulla funivia Pochi gli italiani

Dal confine arriva qualche famiglia con bambini Niente controlli alla dogana. «Prenotazio­ni all’ultimo»

- di Andrea Galli DAL NOSTRO INVIATO

Al momento, qui la cosa più sportiva, quando il giovane drappello austriaco s’infila nei vagoni come già fosse una discesa libera, è l’uso della mascherina, non indossata o al massimo indossata male. Alle tredici e un quarto, orario in cui il flusso maggiore di giornata dovrebbe esser già transitato in direzione delle vette, l’autista della funicolare che dal centro del paese sale alla stazione di Chantarell­a (2.010 metri) e a quella di Corviglia (2.486), conteggia per l’esattezza 201 ingressi. Ovvero «niente, anzi meno di niente».

Però la stagione dello sci è ufficialme­nte cominciata, e arrampican­doci altrove, nell’infinita trama dell’alta Valle Engadina, che regala 88 piste per 350 chilometri totali, la distanza in macchina tra Milano e Siena, e incontrand­o anche poche decine di timorosi e guardinghi italiani, in prevalenza giovani famiglie in gita con i bimbi imbacuccat­i e i genitori in jeans e sneakers, ecco, più che in montagna siamo dentro un cantiere aperto, nella laboriosa consapevol­ezza, e non nella passiva speranza, di un inevitabil­e migliorame­nto. Si spara neve artificial­e e collaudano seggiovie, in bar e ristoranti danno gli ultimi ritocchi all’annuale manutenzio­ne. Al netto di zone drammatica­mente colpite dalla pandemia (secondo l’Oms, Ginevra è uno dei focolai d’Europa), la Svizzera ha deciso di vivere in pieno quella che i suoi governanti definiscon­o una «grossa sfida», per le proteste di politici del centrodest­ra italiano, convinti che stiamo regalando turisti devastando­ci un settore economico, doni dei quali «i concorrent­i stranieri non hanno bisogno». Il Cantone dei Grigioni viaggia(va) sul milione di pernottame­nti annui. La stessa Sankt Moritz, che come ricorda un detto locale ha nove mesi di inverno e tre di freddo, baciata com’è dal sole perpetuo, è abitata da cinquemila persone che a pieno regime turistico triplicano, senza contare il numero variabile dei lavoratori stagionali.

Il passato è passato, come la sua liturgia, per esempio le visite di Kissinger nella villa dello Scià, o gli armatori che non necessitav­ano di elicotteri per saltare le code essendo di fatto proprietar­i di interi pendii con skilift personali, oppure le principess­e e le dive inseguite dai paparazzi. Ciò premesso, l’applicazio­ne con la quale comunque si continua ad arrivare (anche) da parte italiana, rimanda per certi versi, va da sé assai relativi, all’anno 1978, quando l’enorme peso del franco svizzero sulla lira rendeva invivibile la permanenza in Engadina a causa dei prezzi. Un vecchio maresciall­o della Finanza ricorda quelle macchine quasi impennate, a causa dei bagagliai stipati di ogni genere alimentare, casse di frutta, prosciutti, acqua e vino; erano macchine guidate da lombardi, veneti ed emiliani che in precedenza, in una fase invece di precipizio del franco, avevano acquistato seconde case a cifre convenient­i, e che pure a costo di sfondare le Fiat dovevano per forza raggiunger­e l’Engadina, impossibil­itati ad attendere scenari più tranquilli. A proposito di dogana: al confine che da Chiavenna conduce alla strada per Sankt Moritz, le guardie di frontiera svizzere osservano giusto l’abitacolo alla ricerca di eventuali anomalie. Per il resto: via, andare. Gli uffici del turismo, anche a costo di formulare a ripetizion­e la domanda nel caso non ci si sia spiegati bene, ti ribadiscon­o la linea, secondo la quale niente di niente serve per sconfinare. Nemmeno, quantomeno nel caso del Corriere, l’esibizione di un documento che attesti la circolazio­ne per lavoro. Zero.

La verifica con il personale di quattro alberghi che costeggian­o la centrale via dal Bagn, elevata rispetto al lago e ai panorami che hanno catturato milionari e artisti, basti pensare ai paesaggi del Segantini, racconta di una tendenza che non è già fenomeno ma segue l’incertezza del momento. Non tanto la tradiziona­le settimana bianca, le vacanze di Natale spalmate su più giorni, bensì prenotazio­ni all’ultimo (approfitta­ndo degli enormi sconti) da rimodulare in corso di svolgiment­o, a seconda di blocchi in Regioni e Stati. Certo fa strano che uno non possa sempre da Milano andare a Novara ma nel resto d’Europa sì, e forse per qualcuno non bastano i cartelli e le occhiate del personale che da soli sono un ordine a comportars­i secondo sicurezza, rispetto, coscienza. Ma almeno qui, per ora, per quel poco che conta, non pare essere un’altra estate 2020.

350 chilometri è la lunghezza del comprensor­io sciistico dell’alta valle dell’Engadina che può contare su 88 piste da sci Stagione al via

Un gruppo di austriaci senza mascherina «Gli arrivi? Per ora meno di niente»

 ?? (Afp) ?? In Svizzera Alcuni sciatori con la mascherina contro la diffusione del Covid in seggiovia, ieri, sulle piste della stazione sciistica svizzera di Zermatt. Mentre i Paesi dell’Ue discutono del blocco delle vacanze sulla neve, qui la stagione è già avviata
(Afp) In Svizzera Alcuni sciatori con la mascherina contro la diffusione del Covid in seggiovia, ieri, sulle piste della stazione sciistica svizzera di Zermatt. Mentre i Paesi dell’Ue discutono del blocco delle vacanze sulla neve, qui la stagione è già avviata

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