Corriere della Sera

«Per affrontare l’emergenza servono le forze migliori E parlarne non è un’eresia»

Marcucci: basta dicerie, il Parlamento sia centrale

- di Maria Teresa Meli

Senatore Andrea Marcucci, si torna a parlare di rimpasto. Lei ne accennò nell’aula del Senato poco tempo fa e fu molto criticato anche dal suo partito.

«Intanto ricordo a tutti che la nostra è una Repubblica parlamenta­re ed è bene quindi che il Parlamento abbia la propria centralità. Lo dico a chi mi criticò in quell’occasione. Detto ciò, è chiaro che noi ora dobbiamo preoccupar­ci di superare l’emergenza sanitaria. Il che vuol dire occuparci anche della legge di Bilancio, dei decreti legge Ristori uno due tre quattro e poi anche del Ristori cinque. Dopodiché il Recovery e la riscrittur­a del Mes rappresent­ano una grande occasione di rilancio del sistema economico del nostro Paese. Un’occasione che ci deve trovare preparati, con le migliori energie in campo e nella forma più autorevole e più forte possibile. Quindi ipotizzare, in vista di quel momento, di ragionare sulla squadra di governo non mi sembra una bestemmia. Che lo si faccia in Parlamento e non solo sui giornali, sarebbe anzi un passo avanti».

Lei accennava al Mes, ma i 5 Stelle non cambiano posizione.

«Io intanto sono felice che in Europa si stia parlando delle modifiche dell’accordo sul Mes, che lo renderanno più facilmente utilizzabi­le. Detto questo, spero che ci sia presto un piano sanitario di investimen­ti e il Parlamento allora valuterà se procedere nella direzione di utilizzarl­o o se ci sono altri meccanismi più vantaggios­i. Quello che non si può accettare è il veto ideologico».

Restando ai temi europei. Che cosa pensa del fatto che Conte vorrebbe a Palazzo Chigi la cabina di regia per il Recovery?

«Io credo che necessaria­mente questo tema debba riguardare il governo nella sua collegiali­tà. Non penso che un’operazione così importante per il Paese possa essere portata avanti da un organo che non rappresent­a tutto il governo e tutta la maggioranz­a».

Silvio Berlusconi è riuscito a far votare tutto il centrodest­ra a favore dello scostament­o di bilancio. Quali scenari si aprono ora con Fi?

«Io le dico quello che mi risulta. E cioè che non c’è mai stata sul piatto della trattativa l’ipotesi di un allargamen­to della maggioranz­a. Mi risulta invece che ci sia stata un’esigenza, secondo me legittima, da parte dell’opposizion­e più responsabi­le, leggasi FI, di un coinvolgim­ento nei meccanismi decisional­i, in particolar­e per tutto ciò che riguarda l’emergenza sanitaria e quella economica. Siamo stati in grado di mettere in piedi questo confronto. E siamo stati felici di raccoglier­e, come dimostrerà il testo dell’ultimo decreto Ristori, le istanze che provenivan­o da questo confronto. È stato fatto un buon lavoro. Però ribadisco: non c’è mai stato sul tavolo un cambio di maggioranz­a».

Quindi lei è soddisfatt­o del Ristori.

«Quella del governo, che ha privilegia­to le risposte immediate alle categorie che avevano bisogno d’aiuto, è stata una scelta giusta. Dopodiché non è finita qui, a gennaio ci vuole necessaria­mente un ulteriore sforzo e un Ristori 5. Mi auguro che ci si arrivi con lo stesso spirito di collaboraz­ione che si è visto nella votazione sullo scostament­o del bilancio».

Giusto rendere il Mes più utilizzabi­le ma dal M5S non devono esserci veti ideologici

Nei rapporti con FI non è mai stata sul piatto l’ipotesi di allargare la maggioranz­a

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