Corriere della Sera

Fiamme e picconi, Parigi senza pace Il corteo anti violenze finisce nel caos

Migliaia alla marcia contro gli abusi della polizia e la legge sulla sicurezza: agenti feriti e arresti

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

«Violenze inaccettab­ili», dice di nuovo il ministro dell’Interno Gérald Darmanin. «Violenze inaccettab­ili» è la frase, ripetuta mille volte, che purtroppo racconta meglio di altre la tormentata Francia di questi giorni.

Un Paese dove capita che alcuni poliziotti aggredisca­no — è successo una settimana fa — migranti inermi, e dove succede che pochi giorni dopo altri agenti picchino selvaggiam­ente un innocente, Michel Zecler, chiamandol­o «sporco negro». Un Paese dove ieri, nel corso della grande manifestaz­ione contro questi abusi, si sono viste le solite auto date alle fiamme ma soprattutt­o un gruppo di agenti è stato circondato e picchiato da teppisti inferociti armati di bastoni.

Un Paese dove ieri pomeriggio, vicino a place de la Bastille, un manifestan­te camminava tranquillo sul boulevard con in mano un piccone, scagliato poi con tutte le forze contro la vetrina di MatMut, compagnia d’assicurazi­one bretone che è una cooperativ­a non quotata in Borsa e non esattament­e il simbolo del capitalism­o finanziari­o delle multinazio­nali. In questa Francia, dove appena un mese fa un professore è stato decapitato all’uscita da scuola da un terrorista islamico, l’ultraviole­nza corre il rischio di diventare una pratica frequente e banale.

Oltre 130 mila persone — almeno 50 mila solo a Parigi — sono scese in piazza contro gli abusi della polizia e la proposta di legge sulla «sicurezza globale», che all’articolo 24 vieta di filmare poliziotti e gendarmi. Se quella legge fosse già in vigore, il produttore

Centinaia di persone impugnano i telefoni, simbolo del diritto a filmare gli agenti

nero Michel Zecler oggi si troverebbe in carcere, accusato falsamente di violenze, resistenza e oltraggio, e nessuno parlerebbe di lui. Invece, per fortuna, il media online Loopsider ha diffuso i video che mostrano il terribile pestaggio da parte di quattro poliziotti fiancheggi­ati da decine di altri agenti complici.

La questione dell’eccesso di uso della forza pubblica attraversa la Francia da decenni e in particolar­e dalla presidenza Hollande (2012-2017). Finora le autorità parlavano di episodi, legati alle distruzion­i provocate da black bloc, gilet gialli e teppisti vari. Il caso Michel Zecler è uno spartiacqu­e, e infatti mai prima d’ora tante persone erano scese in piazza per protestare contro gli abusi delle forze dell’ordine.

Manifestaz­ione pacifica al momento del raduno in place de la République, gremita di persone nonostante il lockdown. Come sempre, la maggioranz­a dei partecipan­ti rimarrà calma fino alla fine del corteo, ma nel cammino verso place de la Bastille cominciano le devastazio­ni dei più estremisti e quindi la repression­e della polizia a colpi di proiettili di gomma, lacrimogen­i, cannoni ad acqua. Automobili, una brasserie, un’edicola e un edificio della Banca di Francia vengono dati alle fiamme. Poco più in là, centinaia di manifestan­ti sollevano le braccia impugnando i telefonini illuminati, simbolo del diritto di filmare e denunciare i soprusi degli agenti. «No allo Stato di polizia», «Siamo tutti antifascis­ti», «Libertà di espression­e» sono gli slogan.

Trentasett­e agenti feriti (bilancio provvisori­o), alcuni gravi, con ferite alla testa e bruciature provocate da bombe molotov. Emmanuel Macron si trova ad affrontare l’ennesima crisi della sua travagliat­a presidenza.

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Scontri fra manifestan­ti e poliziotti (foto Getty)
Place de la Bastille Scontri fra manifestan­ti e poliziotti (foto Getty)

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