«Il successo di L’Oréal? Sempre più prodotti naturali La sostenibilità ci ha cambiato»
L’INTERVISTA ALEXANDRA PALT
«La sostenibilità? È una questione di essere o non essere: le società che non sono sostenibili, non sopravviveranno al 2030. Un’azienda che punta al successo non può fare a meno della sostenibilità», afferma Alexandra Palt, vicepresidente esecutivo del gruppo L’Oréal e chief corporate responsibility officer.
Madame Palt, L’Oréal quest’anno conclude il suo piano di sostenibilità «Sharing Beauty with All». Quali risultati avete raggiunto?
«Abbiamo introdotto il primo piano di sostenibilità nel 2013 fino al 2020. Siamo molto soddisfatti. Molti obiettivi li abbiamo superati, alcuni li abbiamo raggiunti, qualcuno lo centreremo con un po’ di ritardo. Ma la cosa più importante è che questo piano ha completamento cambiato la mentalità aziendale. Guardando ai risultati, alcuni numeri sono impressionati: ad esempio, abbiamo ridotto le emissioni di CO2 dell’80%; e abbiamo ottenuto risultati molto positivi sull’integrazione sociale di persone proveniente da comunità disagiate. Un altro target raggiunto, molto importante per noi essendo il nostro core business: abbiamo migliorato il profilo ambientale e sociale di ogni prodotto. Entro la fine del 2030 il 95% dei nostri prodotti sul mercato avrà un profilo ambientale e sociale migliore. Fino al 2013 il ceo Jean Paul Agon ci aveva chiesto un doppio obiettivo: una buona performance cosmetica e finanziaria. Ora ci chiede anche una performance sostenibile. Perciò quando disegniamo un nuovo prodotto, adesso dobbiamo rispettare 3 paradigmi, il che ha portato un profondo cambiamento culturale, ma ha anche trasformato il nostro lavoro».
Come?
«Poiché facciamo tutto in casa, molta innovazione arriva dalla nostra ricerca per capire come rendere le formule dei prodotti più sostenibili, quali ingredienti scegliere, come reperirli. Poi c’è il packaging, dal materiale usato alle dimensioni e alla forma. Infine sono cambiate le fabbriche: -80% di CO2; -51% di acqua; meno rifiuti, con la rivalorizzazione di oltre il 95% dei nostri scarti. L’intera catena del valore dei nostri prodotti sta cambiando».
Quali sono gli obiettivi del nuovo piano di sostenibilità, L’Oréal for the future?
«Ridurre l’impatto ambientale e sociale di un’azienda, come si è fatto finora per misurarne la sostenibilità, non è più sufficiente. Non dobbiamo fare solo “abbastanza” per l’ambiente. Ci siamo chiesti: cosa dobbiamo fare per non prendere di più della nostra quota di natura, di pianeta, di ambiente. Questo ci porta a target molto trasformativi. Entro il 2030 il 95% dei nostri ingredienti verrà da fonti naturali, vegetali, minerali, biotecnologiche, o dalla chimica verde. Nel 2018 eravamo al 59%. Questa per noi è una svolta radicale, visto che L’Oréal è stata fondata da un chimico. Allo stesso tempo ci impegniamo a non aumentare i terreni destinati all’agricoltura per proteggere la biodiversità: lavoreremo con i nostri fornitori e produttori locali per aiutarli a diventare più produttivi e più sostenibili. Entro il 2030 il 100% della nostra plastica sarà riciclata o bioplastica, basta alla plastica ricavata dal petrolio. Entro il 2030 in tutti gli stabilimenti il 100% dell’acqua usata nei processi industriali sarà riciclata. I target sono tanti. La “scienza verde” sta trasformando il nostro modello di business».
L’Oréal opera in oltre 130 mercati. In che modo ogni Paese metterà in pratica il programma di sostenibilità?
«Tutti i Paesi devono contribuire agli obiettivi globali. Calcoliamo l’impatto di ogni Paese e poi elaboriamo insieme il piano d’azione: ogni country manager sarà responsabile e la sostenibilità inciderà sul suo bonus. La sfida è allargare ogni anno la platea di manager il cui premio è, in parte, legato alla sostenibilità, tutti devono contribuire».
I consumatori vi seguono?
«I consumatori sono sempre più sensibili alla questione, sempre di più, non solo in Europa, vogliono contribuire a un futuro più sostenibile. Ma restano ostacoli. Un tema è come cambiare i comportamenti, ad esempio imparando a ricaricare i contenitori dei prodotti. Usiamo incentivi di prezzo o lanciamo prodotti nuovi, che ispirano, come lo shampoo solido, senza contenitore di plastica. Sempre più persone ci seguono, ma bisogna accelerare. Dobbiamo essere sempre un po’ più avanti della curva, incoraggiare i consumatori, senza perderli per strada».
Qual è la sfida più grande?
«La velocità. Siamo abbastanza veloci?
L’Oréal lo è?
«Sì, se raggiungeremo tutti i target entro il 2030».
Entro il 2030 il 95% dei nostri ingredienti verrà da fonti naturali, vegetali, minerali, biotecnologiche o dalla chimica verde