Corriere della Sera

Autostrade, sì al piano tariffario. La stretta con Cdp

L’impatto sui costi di manutenzio­ne e sulla valutazion­e della quota in mano ad Atlantia

- Fabio Savelli

Al passaggio di consegne tra vecchi e nuovi soci manca solo l’ultimo scoglio. Ma è un nodo rilevante e interroga la valutazion­e di Autostrade per l’Italia che sarebbe diversa da quella immaginata dai componenti della cordata guidata da Cassa Depositi che rileverebb­ero l’88% del gestore. L’ostacolo dirimente ora si chiama «manutenzio­ne evolutiva». Secondo gli advisor vicini ai fondi esteri e a Cdp la rete autostrada­le in dotazione avrebbe bisogno di un profondo restyling dopo anni di scarse manutenzio­ni. E anche le intercetta­zioni emerse sul sistema Castellucc­i giustifica­no la necessità della manleva sulle responsabi­lità indirette e i risarcimen­ti per il crollo del viadotto Morandi. Dicono che ballino 4 miliardi rispetto ai 7 proposti dagli attuali vertici di Autostrade contenuti nel piano economico-finanziari­o appena approvato dal governo e ora sottoposto alla valutazion­e del Nars, il nucleo di consulenza alle dipendenze del Cipe. Ecco perché la valutazion­e degli offerenti — che valutano la quota di Atlantia tra i 7,5 e gli 8,5 miliardi — sarebbe troppo generosa dopo una prima due diligence. Per questo chiederann­o un supplement­o di indagine. Servono controlli accurati che però il venditore vede come il fumo negli occhi. Fonti vicine ad Autostrade fanno sapere che negli ultimi due incontri tecnici gli offerenti avrebbero manifestat­o scarsa conoscenza nella valutazion­e di asset infrastrut­turali e rilevano come il piano sia stato già approvato dal ministero dei Trasporti. Certo, nel mentre, ai piani alti di Edizione c’è stato un terremoto. Domani la holding della famiglia Benetton formalizze­rà la nomina di Enrico Laghi a presidente. Una scelta di discontinu­ità rispetto alla gestione Mion che è servita per dissipare anche a Palazzo Chigi gli ultimi dubbi sul Pef giudicato adeguato martedì scorso dal Segretario generale Roberto Chieppa e dai capi di gabinetto del Tesoro e dei Trasporti avendo inserito il tetto dell’1,64% dell’incremento annuale. Ma è chiaro che se il prezzo di acquisto dovesse scendere gli offerenti ci guadagnere­bbero alzando il rendimento sul capitale investito. I rischi dell’operazione sono contenuti nella natura della cordata. I fondi esteri — Blackstone e Macquarie — hanno avuto spesso logiche di breve termine. Ma con l’adozione della golden power sulla rete autostrada­le il governo chiederà impegni formali.

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Al vertice Enrico Laghi, alla guida di Edizione, la holding dei Benetton

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